In seguito ai frequenti esercizi che eseguo quotidianamente, i 5 nostri, la meditazione R+C e altri piú semplici, mi accorgo di una cosa che prima sapevo, ma non sperimentavo cosí frequentemente: per quasi tutto il tempo subiamo un addormentamento. Siamo succubi di una realtà che ci porta dove vuole e in cui noi facciamo fatica ad essere i timonieri della nostra vita. Ma non c’è sfiducia, visto che molto spesso mi sveglio e mi pongo su un piano coscienziale diverso. Questa realtà si serve di due schemi per lasciarci dormire, quello del mondo esterno e quello del mondo interno, subiti. Se invece con volontà riesco a vederli, comincio in qualche modo ad essere libero e a riconoscermi come Io. Sembra un po’ il film The Truman Show. Ora, nell’ambito della libertà si tratta forse di auto-indicarci un cammino il piú possibile vicino al risveglio completo, che io trovo in Massimo Scaligero. Ovvio, c’è fatica…
Mauro M.
In effetti, The Truman Show ci presenta in qualche modo la maya che ci avviluppa e dalla quale dobbiamo svegliarci. Si tratta, nel film come nella vita, di divenire attenti, di cogliere le incoerenze, le ripetitività, tutto ciò che compiamo perché programmato al di fuori di noi, predeterminato da altri, dalla società, dall’élite che predispone e che tutti seguono per comodità, per non dover decidere individualmente, perché è cosí che ci si aspetta che noi facciamo. C’è fatica nello svegliarci, è vero, ma è una santa fatica, e gli esercizi ci aiutano proprio nel risveglio. E quando si inizia a capire, si arriva fino in fondo, fino a toccare la tela che ci sembrava il cielo, ma era dipinta, e sbarrava il vero orizzonte!
Nei circoli dei nostri fratelli spirituali, gli antroposofi russi, si sta sviluppando un grande e naturale interesse per il tema del “pensiero vivente”. Rudolf Steiner ne parlò ripetutamente, ma la società antroposofica di allora non era disposta ad accettare contenuti esoterici. Di conseguenza, nello studio dell’antroposofia questo fondamento spirituale passa in secondo piano. Ci si chiede: quanti antroposofi hanno sperimentato il pensiero vivente? Ma c’è un altro grande Maestro del pensiero vivente, Massimo Scaligero. Ha dedicato tutta la sua vita a questo tema. Purtroppo Massimo Scaligero è completamente sconosciuto in Russia. Poiché anch’io appartengo alla cultura di lingua tedesca, ho avuto la speciale fortuna di incontrare l’opera di Massimo Scaligero nel 1994. Georg Friedrich Schulz ha magistralmente tradotto in tedesco Trattato del pensiero vivente e La logica contro l’uomo. In seguito ha aggiunto Segreti dello spazio e del tempo, La Luce e Dell’amore immortale. Purtroppo queste grandi opere hanno trovato poco interesse tra gli antroposofi di lingua tedesca. Ma potrebbe essere diverso per gli antroposofi di lingua russa. Per questo sento la necessità e la vocazione di tradurre e pubblicare Massimo Scaligero in russo. Purtroppo non ho un indirizzo e-mail dell’“Associazione culturale Fondazione Massimo Scaligero” a cui chiedere il permesso di pubblicare le opere. Vi chiedo quindi di inoltrare questa richiesta. Sarei molto lieto di ulteriori comunicazioni e amicizie.
Igor M.
Abbiamo naturalmente provveduto a inoltrare l’interessante richiesta all’Associazione culturale Fondazione Massimo Scaligero, e restiamo in attesa di ulteriori sviluppi, certi che questa iniziativa possa contribuire a risvegliare un interesse in Russia per il lavoro interiore individuale, secondo quanto insegnato da Rudolf Steiner, il Maestro dei nuovi tempi, e approfondito da Massimo Scaligero riguardo al tema del “pensiero vivente”.
In un movimento libertario come l’antroposofia, che seguo da tempo con interesse, vedo purtroppo che ancora non si affaccia, come sarebbe giusto e logico, una presa di coscienza verso il nuovo modo di sentire che pone la donna allo stesso livello dell’uomo anche nel linguaggio, che resta tuttora prevalentemente paternalistico. Spero che nel futuro anche L’Archetipo possa promuovere un rinnovamento non solo interiore ma anche linguistico, che renda dignità al “sesso debole” che ha finalmente mostrato tutta la sua forza, ignorata per secoli di abbrutimento maschilista. Con sentita sorellanza,
Martina C.
Ci rendiamo effettivamente conto di non aver adeguatamente rinnovato il nostro linguaggio e molto dobbiamo fare ammenda. Troviamo appropriata la paternale, anzi maternale, che ci è arrivata dalla lettrice Martina e cercheremo di adeguarci, dato il profondo senso di fraternità, anzi sorellità, che sentiamo per tutte le donne, le quali giustamente rivendicano un trattamento piú umano, anzi piú femminiano, adatto ai tempi. Non sarà facile riuscire a padroneggiare, anzi madroneggiare, una lingua concepita in maniera tanto maschilista, ma faremo il necessario per renderla umanamente, anzi femminilmente, piú accettabile. E se avremo bisogno di farci aiutare nelle pratiche necessarie per attuare anche legalmente questa trasformazione, ci rivolgeremo al patronato, anzi al matronato di zona, che ha un personale sicuramente volto all’aiuto umanitario, anzi femminitario, in grado di padroneggiare, anzi madroneggiare, le nostre istanze, e questo senza dover spendere un patrimonio, anzi un matrimonio, forse meglio un matermonio, riuscendo bene a patrocinare, anzi matrocinare, l’esigenza di variare il maschilismo imperante in un salutare e giusto femminismo.
Essendo vegetariana ho cercato gruppi e siti dove vi sono persone che fanno un lavoro di studio in antroposofia andandoci e informandomi direttamente, ma mi hanno detto che mangiano carne. Magari potreste indicarmi come cercare online quello che intendo trovare perché cercando con i siti ufficiali antroposofici ho trovato quanto sopra. Mi devo spostare, perché il mio terreno è restío. ma voglio nuove energie positive con un ambiente e persone che mi circondano di energie e vibrazioni piú elevate del terreno mio attuale. In Nord Italia, intendo parte sud Lombardia e nord Emilia Romagna, oppure spostandomi per incontri anche in altri luoghi se ritenuti validi.
Anna R.
Purtroppo la sensibilità che porti a superare il mangiare carne difetta molto in generale persino tra gli antroposofi. Sull’Archetipo abbiamo spesso parlato del problema, ma senza ricevere grande attenzione. Ricordo bene Massimo Scaligero che diceva: «Se non riuscite a non mangiare carne, almeno non mangiate il maiale. Ricordate che chi mangia “maiale” non avrà “mai ale”!». Era un gioco di parole, tanto per far riflettere su un tema delicato ma essenziale per lo sviluppo interiore. Ma prosciutti e insaccati sembrano formare il cibo piú comodo e anche appetitoso il cui utilizzo è difficile da sradicare. Ci vuole del tempo per recepire l’insegnamento che pure i nostri Maestri hanno tanto spesso ripetuto. Però hanno anche detto che se si lavora nel giusto modo con gli esercizi interiori, si arriva a non sopportare piú neppure l’idea di mangiare un essere senziente che è stato ucciso per soddisfare le voglie che potrebbero essere piú eticamente soddisfatte con quello che la natura vegetale offre copiosamente e senza spargimento di sangue! E dunque, nonostante vi siano diverse persone che seguono la Scienza dello Spirito anche nella zona indicata, non è facile trovarne di vegetariane, addirittura ci hanno detto che alcune bevono vino e alcolici, inadatti per chi segue una via che richiede il risveglio dell’Io: se pure dei passi si riescano a compiere per mezzo degli esercizi, gli alcolici fanno tornare indietro e si deve ricominciare da capo. Inutile quindi seguire una disciplina per poi distruggerne gli effetti con le proprie mani! Non possiamo far altro che cominciare noi stessi, ognuno nel proprio àmbito familiare e sociale, a intraprendere una piccola crociata, in primo luogo con l’esempio. Spero comunque che nel caso ci siano gruppi di vegetariani in quella zona, si mettano in contatto con la lettrice alla mail olisticap@gmail.com.