Durante il recente Convegno abbiamo parlato del tempo che ci spinge ogni anno a rivivere le atmosfere e a riaccendere la conoscenza che il Natale ci porta incontro. Ripercorriamo quanto è stato accennato, soffermandoci su alcuni aspetti: su come tutti siamo a conoscenza della connessione del Natale con la nascita di Gesú, ma allo stesso tempo prendendo consapevolezza di quanto poco riflettiamo sul fatto che ogni bambino in remoti passati era un “bambino del Natale” per certe popolazioni.
Questa considerazione ci spinge a domandarci cosa significhi il tempo di Natale in relazione alla nascita di un bambino. Infatti, cosa significa la nascita umana di Gesú? Qual è l’ampio e profondo significato che reca e quale l’insegnamento? Possiamo scoprire che il senso del Natale ci orienta ai Misteri della Terra, al significato profondo dell’entità del Cristo e alla sua connessione con l’uomo Gesú, e che tutto ciò ci illumina sulla missione della Terra stessa e quindi anche al senso della nostra vita individuale.
In tempi remoti, intorno al 3000 a.C. nell’attuale penisola dello Jutland esisteva un popolo che sarà conosciuto col nome di Ingevoni, che comprendeva vari sottogruppi, i quali avevano tutti la tradizione di far nascere i bambini solo nel periodo delle Notti Sante, per cui ogni bambino era un bambino del Natale. Solo chi nasceva in quelle notti aveva piena umanità, era cioè considerato un vero essere umano. Gli Ingevoni adoravano Nerthus, dea della Terra.
Nelle processioni di Nerthus degli schiavi venivano sacrificati annegando nel mare per trasportare un carro con la statua della Dea: simbolo della passione astrale che uccide la coscienza. Infatti, i rapporti sessuali avvenivano in uno stato di incoscienza. Le donne ingevone avevano poi visioni di una creatura spirituale (Nerthus o un suo inviato) che annunciava loro la nascita del figlio e potevano anche vedere in uno stato di chiaroveggenza sognante il volto del bambino.
Tutto ciò è illuminante se pensiamo che questa tradizione fu modello per l’Annunciazione del Vangelo di Luca.
Il senso di tutto questo è che l’uomo ha una origine cosmica ma è un essere terrestre, perciò per nascere sulla Terra deve accordarsi col Cosmo. Le nascite degli Ingevoni venivano saggiamente calcolate per far sí che i figli nascessero durante le Notti Sante.
Sempre nei Misteri del Nord abbiamo i Grandi Misteri di Ibernia: i candidati all’Iniziazione dovevano superare delle prove: erano inizialmente prove fisiche legate alla vita pratica, al dubbio e al suo superamento. Venivano sottoposti a situazioni da cui non si poteva uscire, costretti a confrontarsi con una dicotomia apparentemente insanabile tra felicità e conoscenza.
Poi venivano condotti innanzi a due statue: una maschile solare e una femminile lunare, e vivevano esperienze che sarebbe lungo riportare, finché sperimentavano il ricordo degli stati pre-terreni rievocando la statua del Sole ed anche evolutivi futuri riguardanti le esperienze interiori di fronte alla statua lunare. In quei Misteri sperimentavano anche l’entità del Cristo ed ebbero l’accesso spirituale al Golgota mentre questo si sarebbe manifestato sulla Terra.
Il senso di quei Misteri consisteva nel cercare lo spirituale nel fisico, perciò il Cristo per loro era una entità piú che altro spirituale, percepita spiritualmente anche quando si uní alla Terra.
Ora, quei Misteri non si propagarono, ma vennero come occultati. Solo alcune individualità si reincarnarono conservandone gli impulsi, ma non in modo che la civiltà esteriore potesse accorgersene.
Sono stati eretti dal Mondo Spirituale dei ‘bastioni spirituali’ che impediscono la conoscenza dei Misteri di Ibernia finché non vengano recuperati sul piano dell’anima cosciente. Misteri chiusi e nascosti, la loro prosecuzione avvenne solo in individualità ivi iniziate, che peraltro non ricordarono nulla a livello cosciente: un Iniziato Maestro dei Misteri di Ibernia fu Garibaldi, che iniziò quelle individualità che in incarnazioni successive divennero note come Vittorio Emanuele II, Mazzini e Cavour. Vi fu perciò una certa metamorfosi della conoscenza spirituale di Ibernia nel nazionalismo italiano, in ciò che appunto cerca lo spirituale nel fisico, sulla scia mazziniana, in quanto vuole coniugare l’elemento patrio con l’Arcangelo, ma non in forma di percezione sovrasensibile, bensí in una dimensione pratico-sociale.
Come possiamo vedere, c’è una duplicità tra Materia e Spirito, Terra e Cosmo, che le sedi dei Misteri approfondivano con le Iniziazioni piú diverse. Vi furono Misteri nel Mediterraneo, quelli Greci, del Padre e della Madre: Zeus e Demetra, perciò una via cosmica e una via terrestre. L’Iniziazione greca puntava ad un’armonia tra Cosmo e Terra.
Nei Misteri di Eleusi vi era una saggezza legata alla conoscenza della Natura in chiave cosmica. Erano Misteri che portavano una Scienza della Natura alla luce della saggezza cosmica, in cui per esempio si conoscevano le corrispondenze tra metalli e forze planetarie. Anche qui vi erano due statue, maschile e femminile, ed una terza, che rappresentava una donna con in braccio un bambino, Jacco, che era proprio il Cristo venturo. Il Cristo era percepito cosí spiritualmente nei Misteri Eleusini come una entità che doveva ancora crescere, espandersi ed essere compresa.
Platone imparò la saggezza eleusina che trasmise ad Aristotele. Gli impartí però anche un’altra missione, piú legata al tempo futuro e allo sviluppo del pensiero razionale.
Vi sono cosí due gruppi di scritti aristotelici: quelli che conservavano un impulso eleusino, e che comprendevano una scienza naturale su base cosmica, e quelli logici, piú orientati al pensiero astratto.
Il primo insegnamento fluí in Alessandro Magno è, che lo portò in Asia e poi tramite le scuole arabe ed ebraiche arrivò in Africa e Spagna e cosí in Europa Centrale, e vennero recepiti da individui che avevano conservato impulsi dei Misteri di Ibernia, come Basilio Valentino.
L’altro insegnamento fu affidato a Teofrasto, che venne recepito dai Dottori della Chiesa medioevale e che incontrò l’impulso orientale che dai fatti di Palestina tendeva a conoscere il mistero del Golgotha solo per via storico-sensibile.
Perciò i Misteri antichi conoscevano l’importanza dell’entità del Cristo, conosciuta fin dai tempi piú remoti, prima dell’Incarnazione fisica come evento futuro.
Poi viene l’Iniziato dei Nuovi Tempi e apre i Misteri, li dissigilla e fonda i Nuovi Misteri. Ora, il senso di questi Nuovi Misteri è portarci ad un rapporto con l’entità del Cristo: tutto il resto non è che una conseguenza. Perciò possiamo dire che il senso di qualunque via è la riconnessione col Cristo. Se non è cosí, è una via che non ci interessa. L’Iniziato dei Nuovi Tempi ci ha dato le chiavi per fare questo, ma ci ha anche avvisato che tutto è in evoluzione e che vi sono stati dei cambiamenti poderosi.
Come possiamo oggi cercare un rapporto con l’entità del Cristo? Qualcuno direbbe: semplice, con gli esercizi! È vero che troppo spesso si è tentato un approccio teorico e intellettualistico alla Scienza dello Spirito, ma oggi si corre il rischio opposto, una sorta di smania di attivismo ascetico che non tiene conto della realtà attuale.
Il Cristo è una entità Solare che ha scelto la Terra come sua sede: perciò l’immersione nel terrestre è quanto dobbiamo fare. Ma la Terra evolve e cambia al passo della Storia.
Oggi, ad esempio, rispetto ai primi del Novecento, ma anche rispetto a cinquant’anni fa, è avvenuta una consistente modificazione dei corpi sottili a causa della tecnologia. Il rapporto col Cristo è reso piú difficile a causa dell’irrigidimento del corpo eterico dovuto all’azione di Ahrimane, provocata dal bombardamento di immaginazioni fisse di video e foto digitali, essendo l’immagine digitale una immaginazione incantata nel minerale e il suono digitale una ispirazione incantata nel minerale. Questo fa sí che l’eterico si irrigidisca e il Doppio possa prendere maggiormente il sopravvento.
Il conseguente allentamento dell’eterico dal fisico fa sí che il fisico venga permeato meno dalle forze del Logos, e cosí non può piú essere appoggio solido dell’anima cosciente, divenendo veicolo di forze ostacolatrici. Aumenta cosí al massimo la difficoltà a sviluppare un pensiero metamorfico in grado di accogliere lo spirituale, in linea con la mobilità del corpo eterico che noi tanto ci auguriamo.
Inoltre le forze del male sono diventate estremamente piú potenti e dilaganti. Fantasmi del corpo fisico umano, spettri dell’eterico e demoni dell’astrale, per non parlare degli Spiriti avversi dell’Io hanno raggiunto dimensioni non solo sociali, ma internazionali, generando mostri spirituali che come l’Idra moltiplicano le loro teste. Non dimentichiamo però che il Male terrestre, originante dal nucleo della Terra, ha adesso il Cristo al Centro, poiché il Cristo è al centro di ogni Sfera. Quindi ritrovando la connessione col Cristo possiamo vincere il Male. Siamo qui per questo, è il Quinto Segreto: il Segreto del Male, cui l’incarnazione della Terra lavora alla Redenzione. Tale Mistero allude al fatto che il Male ha due volti, uno luciferico e uno ahrimanico, è un Serpente a due teste, perché afferra i nostri pensieri e la nostra volontà, e il cuore, al centro dove risiede il Cristo-sentire, ne è offuscato. Lí deve intervenire Michele, ma dobbiamo fare metà della strada noi.
Michele regge la Bilancia, un piatto è il Passato, su cui ha potere Lucifero, l’altro è il futuro, su cui ha potere Ahrimane. Il Presente è l’equilibrio, è il Cristo.
Perciò è di fondamentale importanza vivere il Tempo presente, come condizione di incontro con il Logos negli eventi quotidiani. Viverlo come interesse verso l’altro, verso il mondo, verso gli eventi attuali, verso il proprio karma, cioè le persone intorno a noi, la propria vita pratica.
È l’immersione nella vita presente a darci le forze dell’Io, del Cristo in noi.
Gli esercizi dunque non lavorano da soli, non sono “bacchette magiche”. L’esercizio non è altro che un impiegare diversamente le proprie forze, ma vanno condotti con apertura di Cuore, Dedizione al mondo spirituale, amore per la vita.
L’esperienza di vita è una scuola della Volontà e del Coraggio. Gli esercizi puntano a questo!
Il Dottore lo dice a chiare lettere nel testo l’Iniziazione: la fiducia in se stessi è un risultato della supremazia dell’Io ed è lo scopo del lavoro interiore. Alcuni già hanno una Iniziazione incosciente data proprio dalla vita.
Si può arrivare alla prova del fuoco e superarla anche senza esercizi, va ricordato: quella “combustione spirituale” del velo che impedisce alla percezione fisica di percepire chiaramente le qualità corporee di minerali, piante, animali, uomini, può essere raggiunta dall’affrontare la vita con spregiudicatezza e audacia.
Per molti uomini la vita abituale è un processo incosciente di Iniziazione perché attraversano la prova del fuoco grazie a esperienze di vita.
Questa prova è superata nell’affrontare dolore, disillusione, insuccesso con grandezza d’animo, calma, forza. Dice il Dottore: «Egli impara a conoscere fatti straordinari, ma questa conoscenza non è lo scopo bensí il mezzo che conduce allo scopo. Lo scopo è che il candidato acquisti, per mezzo della conoscenza superiore, maggiore e piú vera fiducia in sé, coraggio superiore, grandezza d’animo, costanza». Il fine è dunque sviluppare queste qualità, non il mezzo. “Vedere” non conta niente. Nulla. La Chiaroveggenza deve divenire Pensiero, non conta avere visioni.
Come vedete quindi possiamo connetterci alle forze spirituali del Cristo solo vivendo pienamente la vita sulla Terra, accogliendo il Karma, accettandolo. Perciò si praticano i 6 esercizi che in relazione all’immersione nel terrestre possono essere sintetizzati cosí:
1. Controllo del Pensiero: immersione nell’essenza del mondo.
2. Volontà: azione che trasforma il mondo, l’operare delle forze umane nel cosmo.
3. Equanimità: è la capacità di collegarsi alle forze profonde del Cuore, all’Io Cristo. Ogni evento ci suscita avversione o attrazione, gioia e dolore, ed essere equanimi significa accogliere il contenuto oggettivo di un evento karmico. Corretta percezione della vita.
4. Positività: esercizio molto difficile, siamo in un tempo dominato dal Male ed è arduo vedere il positivo, perché si deve prima essere in grado di guardare in faccia il negativo. Confrontarsi col volto di Ahrimane. Realismo di vita.
5. Spregiudicatezza: superare la paura degli eventi: siamo chiusi agli eventi perché segretamente li temiamo, temiamo di perdere qualcosa o di sbagliare. Solo superando questa paura possiamo essere realmente spregiudicati verso un evento, andandogli incontro senza simpatia o antipatia. Coraggio nel vivere.
6. Armonia: è la ritmizzazione e armonizzazione che porta la Forza. È equilibrio nella vita quotidiana sul piano materiale, psicologico e spirituale.
La via pratica è dunque accettare il proprio karma per portare forze di guarigione a noi stessi e al Popolo: è azione mercuriale nel cuore della Terra. Il Nostro popolo è infatti sotto l’egida di Mercurio-Raffaele, ma la Civiltà occidentale è guidata da Michele, portatore di un impulso universale e cristico.
Il Cristo, Signore del Karma, che scelse di fare del terrestre la sua dimora, è incontrabile proprio là dove parla il linguaggio del karma, che è dire il linguaggio degli eventi, come scrittura occulta di un divenire immanente che chiede all’uomo un completamento di senso e di azione.
Rivolgiamo dunque incessanti preghiere, per chi sostiene delle prove in questo periodo di guerre e sconvolgimenti, per i caduti a causa delle tragedie odierne. Che gli Spiriti dell’Amore sostengano la potenza della nostra preghiera all’Arcangelo del Popolo, perché divenga germe di guarigione dell’anima terrestre.
Italo d’Anghiere