Questa rubrica è dedicata a coloro che hanno raccolto il richiamo all’urgenza che ha l’Umanità di realizzare delle Comunità Spirituali.
La volta precedente abbiamo indicato i due testi di riferimento fondamentali su cui cominciare la preparazione. Inizierò con dei brevi commenti sulla parte iniziale di “Perché un’associazione spirituale viva”, che trovate nel numero di gennaio, al link: https://www.larchetipo.com/2025/01/connessioni/perche-unassociazione-spirituale-viva-3/
Appare chiaro che per chi non segue una precisa e ordinata ascesi del pensiero è impossibile la realizzazione di un’Associazione Spirituale. Non è sufficiente l’aspirazione a volersi incontrare studiando la Scienza dello Spirito. Incontri di questo genere possono esser preparatori, ma solo praticando l’ascesi del pensiero ed i sei esercizi si possono affrontare le inevitabili problematiche correlate all’incontro con l’altro. Anzi queste problematiche sono l’occasione per superarle e lo Spirito di cui parla Scaligero è l’ambito in cui bisogna operare per superarle.
Naturalmente i superamenti delle difficoltà personali non devono essere formali ma segno del lavoro interiore. Non si pretende che chi voglia realizzare una Comunità Spirituale non abbia emozioni legati all’egoità e quindi alla corporeità. Indubbiamente ci saranno, ma devono esser viste e con uno slancio conoscitivo voluto, e quindi piú profondo, queste devono essere superate. Il superamento è rapportare il fatto al pensiero intuitivo che porta l’anima a riempirsi di un sentire nuovo, di un sentire non legato alla corporeità, di un sentire puro. Questa precisa e consapevole azione deve esser esercitata quotidianamente nella vita di ogni giorno. Solo con questo atteggiamento sarà possibile realizzare quanto Steiner intende con “rito capovolto”.
Nelle riunioni in cui si studia la Scienza dello Spirito può non essere ancora presente la realizzazione di una Comunità Spirituale, neanche la Meditazione in comune la realizza. Bisogna prima prestare l’attenzione al proprio anelito per realizzarla, in seguito volerla realizzare scegliendo le specifiche occasioni, sviluppare le forze per farlo ed essere operativi in questo senso.
La realizzazione della Comunità Spirituale è la meta piú alta ma proprio per questo piú difficile.
Il tema della formazione delle Comunità Spirituali (ce ne posso esser tanti ma di fatto proprio in grazia della connessione con lo Spirito diventa UNO) è stato lanciato in maniera precisa nell’ultimo incontro a Roma. Sarà ripreso nel prossimo incontro, dal titolo “Incontrare la Pasqua e formazione di comunità pasquali” che si terrà a Roma, sempre a Via delle Fornaci 161, il 12 e 13 aprile, Sabato e Domenica delle Palme.
Attendiamo dal Mondo Spirituale indicazioni sulla forma. In questa fase, per chi è interessato, consiglio la lettura meditativa dei testi ed almeno una volta al giorno connettersi con questo anelito, facendolo vivere interiormente fino ad accendere il Sentire. Dal Mondo Spirituale arrivano i suggerimenti, al Mondo Spirituale si possono porre le domande. Bisogna però operare interiormente con metodo per riuscire ascoltare, e dopo è richiesta la Volontà umana per realizzare.
Tutto ciò di cui parlo implica comunque una certa liberazione del pensare, se no il rischio è di scambiare l’Idea con rappresentazioni colme di emotività.
Fabio Burigana
Intervento di Fabio Burigana al Convegno
“Natale nel cuore” del 14 e 15 dicembre 2024
Rielaborazione grafica di Giovanni Bartoloni
del disegno originale di Fabio Burigana
Con questo disegno voglio mostrare dove si attiva la nostra coscienza: in periferia, ossia in periferia noi siamo completamente svegli. Che cosa in periferia? In periferia ci sono tutte le rappresentazioni, c’è il mondo delle rappresentazioni con la corrispondente ripercussione emotiva. Quindi abbiamo delle rappresentazioni, ossia dei pensieri morti che hanno una ripercussione emotiva. Qua in periferia cosa troviamo noi? Troviamo:
– Il “chi sono”: l’immagine di me stesso che sappiamo che non è assolutamente il vero Io ma l’immagine che abbiamo noi;
– l’immagine della nostra storia, che è sempre finta, cioè non ha nessun rapporto con il vero: è quello che ci rappresentiamo noi della nostra storia; ad esempio i professori cattivi, la mamma non mi ha abbastanza amato, insomma tutte queste belle storie che piacciono tanto gli psicoterapeuti. Tutto questo mondo di rappresentazioni;
– dove va in futuro: per esempio mi trovo un buon lavoro, finalmente andrò in pensione. Sono tutte le nostre rappresentazioni personali;
– le rappresentazioni dello sviluppo dell’umanità, quelle che fanno parte della concezione di oggi: ad esempio andremo su Marte, ci sarà la guida automatica ecc.
Tutto questo mondo dipende dalla epigenetica, perché abbiamo un cervello di un certo tipo, se avessimo un cervello di altro tipo ci sarebbero altre rappresentazioni. Qua uso il termine epigenetica per dire che tutto quello che ci è successo rimane impresso nel cervello nostro, e quindi noi vediamo il mondo in relazione alla nostra storia personale che si imprime nella regolazione genetica, per questo si usa il termine epigenetico, cioè quello che sta sopra la genetica. Naturalmente in questo si imprime anche la cultura, cioè nell’ambiente culturale in cui viviamo tiriamo fuori tutti questi dati qua; cambia ambiente culturale e vediamo le cose in un altro modo.
Tutto questo nella periferia è assolutamente manipolabile, i nostri media lo manipolano come vogliono, quindi ci dicono in che direzione dovresti andare, come andrà l’umanità, eccetera eccetera.
Nel disegno c’è il numero 3 perché, anche se ci può essere il giornalista che manipola, e dietro di lui il politico e dietro il banchiere, però dietro tutti ci sono sempre i loro tre (A, L e As). Attenzione che non solo manipolano ma ci agganciano qua, nella periferia, soprattutto ci fanno credere che non esiste altro, cioè che questa è la realtà e ci tengono a un certo livello. Tutto quello che può essere l’evoluzione allora rimane chiuso qua. Tutte quelle tecniche di psicoterapia che aiutano a sentirsi bello, forte (che funzionano peraltro) però la persona rimane sempre in questo ambito periferico, non ne usciamo, in pratica si sostituiscono vecchie rappresentazioni con nuove rappresentazioni.
La via di cui parlerò fra un attimo ci insegna a rompere questo guscio, a entrare nella zona centrale dove veramente è presente l’Io, dove è presente la luce del pensare. Questo qua tu lo puoi fare solo per libera scelta: a un certo punto della vita, qualcuno ha la fortuna di intuire (non tutti possono intuire questo) che è possibile forare questo involucro. E a questo punto tu ti poni nella realtà in tutt’altro modo. La realtà, cioè il mondo che appare, è importante, perché dietro il mondo che appare è presente lo Spirito. Con la tua volontà nel pensare, tu penetri nella realtà e riconosci le rappresentazioni che ti prendono e penetri nella realtà, ovviamente per quel che ciascuno riesce. Ma sappiamo il movimento, e questo è molto importante, che passa attraverso la volontà nel pensare.
Questo si sviluppa ulteriormente quando tu hai la possibilità di incontrare l’altro nella sua luce, cioè che non incontri l’altro come involucro, ma penetri nell’altro per cogliere la sua luce: in pratica la mia connessione con lo Spirito la collego con la connessione tua con lo Spirito. Questa comincia ad essere un’associazione spirituale, una comunità spirituale.
Nel 1871 nasce Steiner, nel 1879 inizia l’era di Michele. Steiner nasce in Austria (attuale Croazia) in un contesto culturale sicuramente germanico.
Cosa succedeva in Germania all’epoca dal punto di vista della cultura? C’era l’idealismo tedesco. In pratica Steiner vede che può portare la sua forza spirituale, la sua connessione con lo spirituale nell’ambito dell’idealismo tedesco. Nell’idealismo tedesco (semplificando) avevamo due poli: da una parte Kant e dall’altra parte Goethe (anche se lui non si considera un filosofo). Goethe intuisce che nell’idea tu incontri il mondo, ossia l’idea non è una tua rappresentazione del mondo ma la stessa forza che tu cogli nell’idea è la forza che struttura il mondo. Quindi non c’è dualismo. Per Kant questa era la cosa assolutamente impossibile da superare, ossia la cosa in sé. Per Kant, tu pensi intorno al mondo sconosciuto, per Goethe nell’idea tu cogli la realtà del mondo. Questo è un passaggio importantissimo. I concetti di intelletto e ragione a cui si rifà Goethe, e quindi Steiner, derivano dall’idealismo tedesco. Con l’intelletto arrivi al concetto, al concetto determinato in cui si definisce una porzione della realtà; nell’idea ti apri, ti ampli, cioè colleghi fra loro dei concetti, hai un movimento: questa veniva chiamata Ragione.
Steiner possiede fin da piccolo delle capacità di veggenza. Grazie al suo mentore, accede allo studio delle opere scientifiche di Goethe e coglie che veramente in Goethe c’era il seme per far penetrare l’impulso di Michele nell’umanità. A questo punto iniziano i suoi primi testi n.1, 2 e 3 dell’Opera Omnia, che poi arrivano a Filosofia della libertà. La Filosofia delle libertà serve per accedere al mondo eterico, per accedere alla realtà di Michele, per poi essere innestato nella cultura tedesca e illuminare tutto il mondo. Ma questo non succede, il mondo accademico di fatto non lo riconosce, anzi lo rifiuta. Allora lui fu un altro giro: trova quelle che potevano essere le strade per entrare, per portare l’impulso di Michele. Trova la teosofia che diventerà antroposofia. E a questo punto, come riferimento è sempre l’impulso di Michele, però vede che pochi capiscono questa via diretta del pensare, e che deve usare le immagini dello spirituale. Da questo punto lui si appella al pensiero del cuore, che sarebbe quella particolare atmosfera che tu percepisci se mediti le comunicazioni di Scienza dello Spirito, che accende un sentire particolare. Questo è un pensiero che attiva il cuore. È il pensiero micaelita che è il fondamento. La strada principe è sempre questa, però percorribile per pochi. Questa strada lui la nomina in continuazione, però non riescono a seguirla in molti, forse solo lui a quel tempo.
Tutto questo dal punto di vista esoterico dove porta? A connettersi con Michele, ossia alla possibilità di andare nel mondo eterico, perché la connessione con Michele vuol dire entrare nel mondo eterico, vuol dire accorgersi della prossima venuta del Cristo nel mondo eterico. Perché a questo punto c’è l’annuncio che il Cristo sarebbe stato presente nel mondo eterico. Ma il Cristo che cosa fa? Il Cristo è questa luce che è nel centro del disegno. Questa parte interiore oramai è completamente impregnata della funzione del Cristo. Ma il Cristo può essere ritrovato unicamente a questo livello qua (del centro). Se state in periferia non si può trovare, non c’è, non si può trovare, è importante da capire questo. Il Natale avviene in quella zona del centro.
Un certo tempo dopo il suo annuncio, avviene un altro periodo di caos. Terribile, le due guerre mondiali, la completa distruzione della cultura tedesca. Oramai anche per le persone di cultura, intelletto e ragione non vogliono dire piú niente. Concetti e idee non esistono piú. La posizione di Goethe nel cogliere l’idea della pianta, l’idea del vegetale oggi è incomprensibile, se non per pochi antroposofi. È stata rasa al suolo la cultura tedesca, è stata rasa al suolo la capacità dell’essere umano di accedere a concetti di questo tipo. È terribile tutto. Questi bombardamenti a tappeto (due guerre una dopo l’altra) hanno raso il suolo questo accesso. Certamente l’antroposofia ha continuato. Molte persone hanno continuato a coltivare il pensiero micaelita di sicuro, molte sono cadute nel rappresentare antroposofico cioè pensieri morti, cioè hanno fatto dell’antroposofia un’altra dottrina, un’altra religione, che va bene, perché non avevano altra possibilità, cioè non potevano fare altro. Ci volevano figure molto particolari, neppure gli Iniziati, perché ho sminuito il termine Iniziato quando Massimo una volta mi ha detto: «Ma certo che sei stato Iniziato, se no non potevi cogliere questo» (naturalmente vale per tutti quelli che riescono a cogliere queste Idee). Quindi intendo dire che qua non si parla di Iniziati, ma si tratta di figure altissime che avevano la forza di portare nella terra questi contenuti. Io ho avuto la grande fortuna nella mia vita di conoscere Massimo Scaligero, assolutamente in connessione con questi contenuti qua. Lui incontra già per conto suo il mondo eterico e riconosce Steiner come il Maestro che porta sulla terra la forza di Michele, che ti dà la possibilità di accedere al Cristo. Steiner è veramente il Maestro dei nuovi tempi, cioè l’essere che porta la forza evolutiva nell’umanità. Quindi si parla di livelli che noi non riusciamo a pensare, semmai intuire.
Se vedete, Scaligero, a differenza di Steiner, nelle prime opere non usa piú il linguaggio dell’idealismo tedesco, ma usa un linguaggio completamente nuovo, per un uomo completamente nuovo, per un uomo in cui quelle vie erano state tagliate e lui vuol costruirne altre. Tra l’altro lui non si rivolge a tutti (anche questo è importante da capire), ma a quei pochi che in qualche modo portano ancora dentro sé questi contenuti. Questi contenuti, però, entrando nel mondo fisico vengono ad essere alterati, proprio perché vivono nel mondo rappresentativo esteriore, vivono nella buccia. Ma se tu non sai che l’arancia ha il succo, tu pensi che la buccia sia l’arancia e, se nessuno te lo dice, tu puoi avere un sentire lontano che esiste un’arancia dentro la buccia. Ma se l’arancia è la buccia e non si mangia, allora non si può fare il succo dell’arancia perché con la buccia che succo vuoi fare! Questo è un passaggio importantissimo. Massimo dà la nuova via, che passa attraverso la contemplazione del concetto, che non è una cosa di cui non parlava Steiner. Steiner ne parla in tante conferenze, ma Massimo la prende direttamente, e tra l’altro ti dice che il lavoro deve essere giornaliero, non puoi piú leggere una volta alla settimana la conferenza di Steiner, ovvero va pure bene ma non è questo, devi passare attraverso la rianimazione del pensato, e quindi lui usa un’altra terminologia: pensiero pensato, pensiero pensante, volontà nel pensare. Lo usa anche Steiner ma Massimo impronta tutto il suo lavoro su questa azione specifica; te lo fa capire quella sua presenza e lo ritrovi in tutti i suoi libri che, per chi si muove nella buccia, sono enigmatici. Già i libri di Scaligero sono per l’uomo moderno e ti fanno capire che oltre la buccia dell’arancia c’è il succo. Per tanti sono ostici, per altri no, perché sono andati avanti oltre quella buccia. In questo modo tu cominci a capire la direzione della luce del pensare e magari qualche volta la sperimenti pure. Ma il punto da raggiungere è ancora un altro. Una volta che hai trovato la luce del pensare, attraverso la vita del pensare devi creare la Comunità spirituale, ossia un incontro con presenza voluto tra uomini già uniti dal sovrasensibile, ma che vogliono sperimentarlo nell’incontro. Questo è quello che dobbiamo fare.
Ultima cosa, l’umanità oggi deve accedere al mondo eterico, ma oggi non domani, oggi deve accedere. Domani sarà tardi. Succederanno altre cose ma sarà tardi. Oggi lo dobbiamo fare, io non lo posso rimandare alla prossima incarnazione, devo farlo adesso, se no la prossima sarà molto problematica. Se volete una sperimentazione semplice del mondo eterico, per come il mondo eterico agisce nell’animo, lo potete avere se andate dalla Madonnina là; là c’è un accesso privilegiato al mondo eterico, vicino alla Madonnina, lo potete sentire nella vostra anima.
Ma noi dobbiamo entrarci attraverso la volontà, dobbiamo entrarci nel momento in cui ci incontriamo tramite il percepire puro, tramite il connetterci con la nostra luce del pensare, che è quella che sarebbe la luce predialettica del percepire e del pensare, perché qua c’è l’azione di Michele ed è Michele l’annunciatore del Cristo, è qua che possiamo incontrare il Cristo. È cosí che possiamo vivere il Natale, ogni giorno se lo vogliamo.
L’azione del Cristo e di Michele ha portato al pensiero scientifico. Se non ci fossero stati il Cristo e Michele non ci sarebbe stato un pensiero scientifico, ossia la capacità, la possibilità di entrare nella realtà fisica come abbiamo oggi. Ed è giusto, per l’equilibrio cosmico, che questo pensare scientifico viene preso da A. e abbiamo una paralisi, rimaniamo alla visione meccanicistica del mondo. Proprio con le forze di Goethe, di Steiner, di Filosofia della libertà e di Scaligero possiamo usare il pensare scientifico, quindi la conoscenza del mondo fisico, per andare nel mondo eterico. Questa è la grande differenza con l’Oriente: l’Oriente vuol portarci fuori dal mondo fisico, noi invece dobbiamo attraversare il mondo fisico per entrare nell’eterico e connetterci alle forze di Michele e quindi farci illuminare dalla forza del Cristo.
Dall’altra parte abbiamo l’arte. L’arte contemporanea è stata anche questa ispirata dal Cristo e da Michele. I nostri grandi pittori di inizio del 900 avevano quel tipo di ispirazione là, cioè dovevano entrare nell’eterico. Hanno rotto la pittura figurativa perché dovevano entrare nell’eterico e anche qua però c’è stata in questo caso l’azione di Lucifero, che fa il suo lavoro, e lui, come dire, il cosmo li paga per questo, dico io, siamo noi che dobbiamo fare il nostro.
Quindi da una parte noi abbiamo la paralisi con Arimane, dall’altra parte noi ci dissolviamo con la forza di Lucifero, ci dissolviamo, e questo fa sí che arrivi la terza forza che non la nomino per pudore, che è quella di distruzione dell’Io. Loro fanno il lavoro loro ossia darci lo stimolo per andare su noi. Dobbiamo riprendere a pensare e attraverso la forza del pensare, attraverso la luce del pensare, attraverso la connessione con questa luce, che è dentro la buccia presente in tutti noi e con la quale possiamo già iniziare a connetterci con la semplice concentrazione, dobbiamo andare nel mondo eterico. E nel mondo eterico, questo è importante, questo sarebbe il culto inverso, c’è la possibilità di formare la Comunità, della vera comunità. Questo amore fino oltre la buccia. L’amore che congiunge tutti i fuochi per fare un unico fuoco, però ogni fuoco mantiene la propria individualità. Ma l’individualità non è un’individualità che prende, ma un’individualità che dà, è un fuoco. Tutto il gioco degli ego, degli Ostacolatori, serve per fare questo salto. Questo è il momento di farlo. Questo è il Natale.
Fabio Burigana