La missione occulta di speciali individualità

Attività spirituale

La missione occulta di speciali individualità

Senza la pretesa di dimostrare nulla, il cercatore di questo tempo può accorgersi di un fenomeno del tutto caratteristico che sta investendo il nostro tempo. Una osservazione sagace può scorgere che alcune particolari individualità scelgono una esistenza peculiare. Questi esseri accettano di collaborare con le alte Gerarchie al risanamento dell’aura terrestre in un modo occulto.

 

Tenebre e luce

 

Alcune individualità si assumono il peso di attrarre la sostanza del proprio corpo astrale dal cosmo coagulando quanto di tamasico e oscuro è irredento in esso, in modo che tutto ciò che di non compenetrato dallo Spirito e di soggetto alla forza delle passioni animali venga a formare parte dell’involucro della loro anima. Queste elevate individualità perciò non scelgono un astrale che possa far trasparire la loro elevatezza morale, ma che vi resista. In tal modo possono lavorare alla sostanza cosmica, raffinandola, che sarà riemessa nello Zodiaco nel post-mortem, di modo che le potenze cherubiche possano riverberare sulla Terra quanto dal Cosmo cosí fluisce trasformato.

 

Questo compito può essere assolto in circostanze di vita che possono discostarsi molto dall’elevatezza della loro missione, in quanto la vita esteriore non necessita di manifestare la potenza del loro principio Io, che esprime il suo grado evolutivo nel costante lavoro della pesantezza della propria sostanza astrale, fronteggiando costantemente il mare tempestoso di un animo indomabile. È la missione silenziosa che anticipa il tempo di Widar, l’Ase del Silenzio.

 

Sono i precursori della Sesta Epoca, che devono redimere il Male, secondo l’impulso di Manes. Sono i soldati del Manas, di Michele, dello Spirito Santo, l’attuazione dell’immanenza assoluta del Sé Spirituale nel mentale.

 

Tramite una purificazione dell’astralità attuata nel loro corpo astrale, come atto sacrificale corredentorio. Collaborano con il Cristo effuso nell’atmosfera animica della Terra, in modo che il Cristo operi in loro come Io attivo nell’astrale, in una relazione di dominio e signoria su di esso, cosí da farlo rilucere della sua primordiale luce e al contempo della nuova luce dell’Archetipo umano futuro.

 

Tali esseri possono svolgere lavori umili, ed essere intellettualmente poco brillanti, o deficitare di qualità luciferiche brillanti. Questi individui affrontano prove della quotidianità del tutto comuni, ma alle quali, data la potenza tamasica che li investe e la irruenza kamica che li abita, è richiesto un grado iniziatico per farvi fronte. L’elevatezza del loro Io può riflettersi in basso, sul piano fisico, come un riflesso inverso in alcune degenerazioni morali, meglio visibili prima dei ventun anni, o in germe predisposti a perversioni o deviazioni pulsionali. Queste possono toccare la sfera relazionale, o intra-psichica, o sessuale, o meramente comportamentale.

 

Carne e mosche

 

Le dinamiche karmiche per costoro sono tali da doverli porre sempre di fronte a delle scelte, in modo che la loro natura possa anche non essergli di ostacolo, ma potendo anche essi scegliere esperienze di vita che li mettano in contrasto con loro stessi, cosí da esser costretti, come per attrito, a confrontarsi con gli aspetti oscuri del proprio essere.

 

Vi è la possibilità per alcuni di esperire in alto grado anche una azione peculiare delle potenze ostacolatrici in manifestazioni esplicite, attratte dalla qualità impenetrabile alla luce delle forze astrali pesanti e irredente. Queste entità si avvicinano come la mosca alla carne esposta all’aria e tendono a vampirizzare la vittima con una certa costanza.

 

Tormentato da demoni

 

Può avvenire anche che angeli inversi possano tormentare l’Iniziato, sono veri e propri attacchi da parte di entità oscure, atte a suscitare nell’anima maggiori forze di volontà secondo un moto stimolatore della coscienza. Il candidato si rende conto cosí che una schiera di forze gli sono avverse, dovendo comprendere che ciò avviene a motivo di una missione che evidentemente va avversata, ma che paradossalmente l’avversarla, divenendo palese a quel livello, diviene il germe di una consapevolezza della lotta e quindi della missione stessa, che rafforza la volontà e si rivela donatrice di forza. L’individualità può scoprire in questa azione aggressiva di particolari entità demoniache un pungolo che sollecita la memoria del compito.

 

Il lavoro dell’Io nel corpo astrale, lavorando sul triplice elemento senziente-razionale-cosciente, si riverbera poi nell’aura terrestre non solo nel post-mortem, ma anche durante il sonno; momento nel quale l’astrale si separa dal fisico-eterico e si immerge nell’astralità terrestre-cosmica. In particolari condizioni, non comuni, ma possibili, si immerge altresí negli altri Spiriti di Popolo, cosí che in veglia l’individualità conviva con la sua anima con lo Spirito del proprio popolo, mentre nel sonno si compenetri, per date circostanze, con lo Spirito degli altri popoli. Cosí, può attrarre sostanza pesante come assunzione di debito karmico, e restituirla purificata, anche all’interno di una stessa vita, tra nascita e morte. Parte della sostanza kamica viene assunta anche dai ruderi astrali non purificati di defunti nel Kamaloca, o che lo hanno attraversato. Questa operazione occulta velocizza il passaggio di un’anima nel Kamaloca, in quanto opera, per compartecipazione compassionevole, a ciò che il percorso nella regione della brama ardente intende fare.

 

Un certo ruolo di neutralità attiva degli operatori occulti consiste proprio nell’arginare il male peggiore incipiente e sopportare il male necessario presente, ma, ad un livello differente, alcuni possono già operare alla redenzione del male, in modo che certe incomprensioni tra Spiriti di Popoli, che nel flusso immanente si esprime nella guerra, siano sanate, cosí che vi sia raccordo tra Spiriti di Popolo tramite l’anima di questi Iniziati. Gli Arcangeli perciò, leggendo nell’anima di queste personalità, possono trovarvi gli influssi chiarificati emanati dagli Arcangeli degli altri popoli, e vedervi l’elemento comune o puro: l’elemento christico, universale michaelita.

 

L’anima dell’Iniziato che assume la purificazione tamasica, secondo la via di Parsifal, offre all’Arcangelo la possibilità di integrazione armonica che ha il duplice effetto di prevenire la catastrofe mantenendo l’equilibrio e al contempo purificare il male attuale.

 

In questo senso non è ininfluente la nazione in cui una data individualità si incarna, nell’attuale vita o nella precedente, essendo che l’astrale è una metamorfosi delle forze del precedente Io, e l’attuale astrale sarà l’eterico nella esistenza successiva. Per cui le individualità che assumono il compito di purificare la densità kamica cosmica in Manas avranno un eterico di livello superiore. Allo stesso tempo i defunti per una azione sacrificale in un dato paese si possono reincarnare in un altro con un astrale particolarmente forte, preparato a sopportare la sostanza pesante e una travolgente forza di brama, che, per natura sua, l’elevatezza dell’anima escluderebbe.

 

È un continuo esercizio della Rosacroce, in cui le passioni vengono crocefisse perché possano risorgere sanate.

 

Gli Arcangeli Michele e Raffaele

Gli Arcangeli Michele e Raffaele

 

Costoro perciò sono anche riconciliatori di Raffaele e Michele, portatori di un elemento terapeutico in seno alla corrente dell’universale.

 

Cosí la corrente di Manes è sostanzialmente terapeutica, in quanto capace di assumere la tenebra per compenetrarla di luce.

 

La sintesi cosmica del corpo senziente, coagulata dalle scorie plumbee del mondo astrale, diviene il banco di lavoro per raffinare la sostanza spirituale di cui le Gerarchie si nutriranno, in particolare gli Spiriti del Movimento.

 

Portare la forza dell’Io nella sostanza astrale significa operare una alchimia che distilli un nucleo puro delle emozioni, degli stati d’animo e dei sentimenti, facendo precipitare i suoi annessi congeniti, quali l’ira, la rabbia, la paura e tutte le risonanze normalmente indistinguibili dal moto del sentire ordinario. La materia kamica     si rarefà quando l’Io agi­sca come Io, ovvero realizzi il suo principio come potenza di calma nel mare delle convezioni psichiche. L’arte è percepire i separandi, cosí che i movimenti del sentire siano contemplati e quindi scissi da ciò che ha potere di afferrare le facoltà e paralizzarle: la morsa strangolante degli stati d’animo. L’operatore deve affrontare sconquassamenti tali da sommergere la coscienza e riportarla indietro fino all’identifi­cazione di questa con ciò che nell’anima ha carattere di invadenza. Si crede di sentire delle emozioni che in realtà non è l’Io che sperimenta, ma sono esse a sperimentare l’Io, essendo il soggetto a quel punto ‘sentito’ dall’entità del sentire soggettivo.

 

Si è vissuti dal mare emotivo finché non si trovi un lembo di terra ferma. Questa area stabile dell’anima non è un luogo, ma un movimento, un agire contemplativo di assoluta intangibilità e incorporeità, del tutto intoccabile dall’astrale. È fuori di esso, ma già si presagisce questo come segno che inizia un soggetto distinto da esso: si guarda l’onda da fuori, come l’occhio non vede se stesso. A questo grado l’azione purificatrice è già un contemplare attivo che separa il denso dal sottile, che opera come calma interiore anche durante la situazione piú tragica, perché ogni tragedia si dà per chi subisce la tragedia, altrimenti non ci sarebbe nulla da subire.

 

È un percepire puro tecnicamente applicato agli stati d’animo.

 

Astri

 

Nel momento che l’Io inizia a muoversi, sa di essere altro da ciò che contempla, di poterlo mantenere fuori di sé, essendoci finalmente un Sé. Quest’opera di progressiva immanentizzazione del Sé Spirituale nel marasma mentale restituisce all’astrale la sua funzione originaria di strumento di mediazione per lo Spirito; diviene trasparenza del Sentire Stellare, da cui ‘astrale’.

 

Il quieto sentire delle Stelle fluisce come memoria spirituale e con l’Io si ridesta il ricordo della propria originarietà, del proprio essere inidentificabile con la serie delle grettezze quotidiane, inassimilabile alla caducità. È l’esperienza della vittoria, e il dolore, con tutti i capricci dell’anima, diviene un araldo del Pensiero Vivente, il Cristo, Michele, lo Spirito niceforo.

 

 

Natale Di Rieghi