L' "Assunta" di Tiziano

Arte

L'"Assunta" di Tiziano

L'Assunta di Tiziano

 

Quand’ero studente di Architettura a Venezia, mi trovai nei pressi della basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari assieme ad un caro amico, anche lui triestino e studente della stessa facoltà, con sua sorella e con la sua futura moglie. Dei quattro io ero quello piú addentro nella storia dell’arte, vista la mia precoce attività di pittore, ma anche lui già era molto interessato alla materia, mentre le due ragazze erano meno acculturate in tale senso. Dico questo per far capire come il nostro gruppetto fosse eterogeneo. Entrammo quindi per la prima volta ai Frari e, nella penombra della chiesa gotica, ci girammo verso la grande pala d’altare dell’Assunta di Tiziano: restammo folgorati! Ci ritrovammo tutti e quattro metaforicamente “a bocca aperta” in silenzio a contemplare quello che ci sembrava essere un miracolo.

 

Dopo un po’ ci guardammo e ci rendemmo conto che tutti noi, nonostante i differenti livelli di conoscenza dell’arte, eravamo rimasti profondamente colpiti da quella visione. Anche a me non era mai capitato di essere cosí sorpreso dalla contemplazione di un’opera. Sembrava quasi che la veste rossa della Madonna, in ascesa verso il Cielo, galleggiasse davanti alla tavola e ci venisse incontro. Forse avevamo avuto la fortuna di trovare quel giorno una luce particolarmente intensa, probabilmente quella stessa che Tiziano Vecellio (1488-1576) aveva cercato e studiato restando a lungo nella basilica prima di iniziare il suo lavoro, eseguito verso i 26 anni di età. Mi resi conto che non aveva particolare importanza se io ero già abbastanza erudito nel campo della storia dell’arte, mentre il mio amico lo era un po’ meno e le due amiche ancora meno: tutti e quattro sperimentammo la stessa grande ed inaspettata emozione. Ecco quindi come quest’opera, alta piú di sette metri e realizzata nel 1516-1518, poteva parlare a persone aventi differenti livelli di conoscenza nel campo dall’arte, esercitando il medesimo fascino, la stessa potenza.

 

Tiziano, Assunta Frari (Venezia) 2

 

Inoltre io ero l’unico fra i quattro a cercare di seguire, con grande fatica già dagli anni del Liceo, gli insegnamenti della Scienza dello Spirito.

 

Molti anni dopo ebbi modo di leggere delle considerazioni di Rudolf Steiner (in La missione universale dell’arte, ed. Antroposofica, O.O. N° 276) inerenti proprio alla grande pala del pittore di Pieve di Cadore. E mi colpí come il Dottore analizzasse la tavola dipinta ad olio evidenziando differenti livelli di “artisticità”. Non avevo mai pensato che un quadro, o un’altra opera d’arte, potesse essere suddivisa per zone in cui i gradi qualitativi fossero differenti fino ad arrivare addirittura ad “uscire dall’arte” in alcune sue parti.

 

Tiziano, Assunta Frari (Venezia) 4

 

Steiner infatti diceva: «In un vero artista, come è Tiziano nell’Assunta, quando in alto Maria viene accolta, o per meglio dire quando la sua testa viene accolta dal Dio Padre, si sente che ora non si dovrebbe andare piú oltre nel trattare la luce. Qui si è proprio all’estremo. Nel momento in cui si cominciasse ad andare oltre, si cadrebbe nell’intellettualismo, vale a dire nel non artistico. Direi che in qualche modo non si dovrebbe fare neppure piú una pennellata che vada al di là di quel che è accennato nella luce e non nel disegno. Nel momento in cui ci si addentrasse infatti troppo nel disegno, saremmo nell’intellettualismo, non saremmo piú nell’arte. In alto il quadro è tale che in effetti corre il pericolo di essere non artistico. I pittori dopo Tiziano sono incorsi in quel pericolo. Osserviamo fino a Tiziano gli Angeli. Quando si arriva alla regione celeste si giunge agli Angeli. Si vede allora come si eviti di uscire dal colore. Nel tempo prima di Tiziano, e in un certo senso anche in Tiziano, si può sempre dire degli Angeli: non potrebbero essere nuvole? Se in effetti non si riesce ad essere almeno incerti fra essere e apparenza, se si arriva nell’essere, nell’essere dello Spirito, si cessa di essere artisti. Quando si arriva al secolo diciassettesimo tutto cambia. Interviene allora il materialismo nella raffigurazione dello Spirito».

 

Tiziano, Assunta Frari (Venezia) 3

 

E ancora: «Se ora si guarda verso il basso agli Apostoli, si ha in effetti il senso che solo Maria sia artistica in questo quadro. In alto comincia il pericolo che si passi alla sola saggezza, senza la forma».

 

Ed il Maestro dei nuovi tempi affermava poi che con l’impres­sionismo e soprattutto con l’espressionismo era stato posto in atto il tentativo di ritornare allo spirito nell’arte, seppure ancora in fase iniziale ed un po’ maldestra. Queste due correnti pittoriche cercavano cioè di superare il rozzo naturalismo di certa pittura ritenuta da Lui non artistica.

 

Tiziano, Assunta Frari (Venezia)

 

Steiner aggiunse in seguito: «Oggi infatti in genere non si dipinge, ma si imitano le figure in una specie di disegno e si colorano poi le superfici; ma sono superfici verniciate, non sono dipinte, non sono nate dal colore e dal chiaroscuro. Tuttavia le cose non vanno fraintese. Se qualcuno impazzisce e semplicemente stende i colori uno a fianco dell’altro, credendo di aver realizzato quel che io ho inteso, di avere cioè superato il disegno, proprio non ha afferrato quel che io intendo. Col superamento del disegno io infatti non intendo non avere piú disegno, ma ottenerlo dal colore, farlo nascere dal colore».

 

E pensare che all’epoca della consegna dell’As­sunta Tiziano fu aspramente criticato per la inconsueta “modernità” dell’esecuzione e per la raffigurazione degli apostoli, da alcuni religiosi ritenuti troppo volgari. Ma la grande qualità della sua pittura alla fine si impose ed il Maestro cadorino divenne uno dei piú celebrati artisti del suo tempo: un artista che ancora oggi ci parla.

 

 

Carmelo Nino Trovato