Grazie al rinvenimento di un reperto
fossile in Cina, da ricercatori
sensibili ai problemi neuronali,
finalmente sappiamo quando è nato
il primo esempio di cervello in grado
di reagire agli stimoli e pensare.
L’hanno scoperto scaltri paleontologi
attivi in un progetto multietnico
che ha visto in campo geni tra cui spiccano
un messicano laureato a Cambridge,
e scienziati cinesi supportati
da inglesi, da tedeschi e americani
dell’Accademia delle Scienze PNAS.
Questa équipe d’alta scuola ha rilevato
tracce importanti e ben delineate
in strutture nervose periferiche
appartenute al cerebro di un gambero,
qualcosa tra un crostaceo e un lepidottero,
oppure un ragno, o un vago insetto, al dunque
un antenato dei moderni artropodi.
In omaggio al Paese dello scavo
hanno denominato l’organismo
come Chengjiangocaris kunmingensis.
La scoperta, concludono i sapienti,
potrà servire a sciogliere gli enigmi
che avvolgono il percorso evolutivo
del sistema nervoso nello stadio
centrale, quello appunto del pensare.
Cinquecento milioni d’anni ha il fossile
da cui è partito il cogitare umano.
Ma visti i risultati che ha prodotto
il pensiero asservito al materiale,
quel tipico cervello del Cambriano
è dentro l’uomo d’oggi tale e quale.