Se due treni si scontrano, è disastro;
se un aeroplano urta una montagna
è catastrofe immensa; se una nave
incoccia una banchina o una scogliera
è danno irreparabile, con perdite
di vite umane e calo di prestigio
e di efficienza per i responsabili,
che siano imprese o singoli soggetti.
Insomma, ne derivano disgrazie
se due corpi, partiti da lontano,
a un certo punto incrociano le loro
traiettorie, causando nell’impatto
un ammasso indistinto di rottami.
Non al CERN di Ginevra, dove insonni
cervelloni costringono i protoni
ed altre particelle subatomiche
a correre nel tunnel del Collider,
fino a farli cozzare deflagrando.
Tre anni fa, dal guizzo del Big Bang
venne fuori il Bosone, il Creatore
della prima sostanza materiale,
ossia la massa critica del cosmo.
Non era il Padreterno col barbone
l’Artefice del mondo in realtà,
bensí un accidentale scontro immane
di corpuscoli erranti nello spazio.
Ma raddoppiando la velocità
dei protoni sfrenati nel budello
costato stratosferiche palanche
alle già disastrate economie
dei Paesi che l’hanno progettato,
hanno ottenuto un botto di energia
di ben tredicimila e piú miliardi
di elettronvolt: ossia l’antimateria.
Poiché, mentre il Bosone cozza e crea,
lo Sbosone, cozzando, tutto annienta.
Esultate, abitanti di città
soffocate da pile d’immondizia,
finalmente è arrivato il detentore
della Materia Oscura. Passerà
come un untore benintenzionato
per le strade di Roma e di Palermo,
di Milano, Torino, Bari e Napoli,
e di tante città dove i rifiuti
l’hanno ormai vinta sulla pulizia,
ossia la maggioranza dei Comuni,
e irrorando il pattume lo farà
riassorbire dal nulla primordiale.
E magari, estendendone gli effetti
sugli ecomostri, le villette a schiera,
i grattacieli eretti in forma anarchica
su tutto il territorio nazionale,
ripulirà l’Italia dagli obbrobri
e la farà tornare un paradiso.
Un sogno questo. Nella concretezza
ognuno si terrà la sua mondezza.
Di certo, con la corsa dei protoni
di euro spariranno altri milioni.
Il cronista