Divenire consapevoli dell’Io Superiore è l’evento piú importante nella vita dell’uomo, aspirazione profonda di ogni essere, senza la quale si perde il senso dell’esistere, si è nella separatività e nel vincolo dell’ego svuotati del senso della vita, cercando di riempire il vuoto interiore con il prestigio personale ed il successo economico-sociale.
Immergendosi nell’Io Superiore si è nello stato fondamentale dell’Essere espandendosi nella sua infinita vastità, che permette di superare nell’unità qualsiasi illusoria barriera di divisione prodotta dall’ego nelle molteplici pluridimensionali sfere di esistenza; cosí si è nel centro di sé, pienamente coscienti della rosa mistica, il chakra spirituale nel cui interno irraggia splendente il Logos del Sole Centrale. La rosa trova nel Cristo l’armonia nel suo perno vuoto, inizia incontrastata una sonora vorticosa rotazione nelle infinite sfere concentriche di piani d’esistenza, permettendo la sintonia con le Gerarchie ed il controllo delle forze del caos, fino a risolverle. La stessa vita diviene piena e completa, confluendo nell’esistenza del Logos Solare: pervasi dal suono cosmico si percepiscono altre realtà, come il convergere della luce, del tempo e dello spazio nell’Essere: tutto è un eterno presente nel sonoro silenzio immanente dello Spirito, che dona riposo all’Anima Universale nel tornare Uno nel cuore pulsante Luce Divina.
La cerca del Graal alla fine si è compiuta, lasciando nell’anima la certezza della vita eterna e la consapevolezza di poter attingere Spirito in ogni momento della vita terrena. Ora nell’uomo, non piú solo, la pace dimora nell’anima, nella mente e nel cuore, e l’Io svincolato da elementi psicofisici inizia quella trasformazione dell’essere umano che porterà la resurrezione nell’Uomo Spirito.
Questo sperimentare, che è stato totalmente tradotto allegoricamente in immagine, è l’andare, e il vedere il Mondo Spirituale: è l’iniziale conoscenza del Logos, è riconoscere il Creatore, il Borè, negli infiniti piani risuonanti del proprio sé.
Questa conoscenza si ottiene quando si riesce ad armonizzare il cuore e la mente in un legame indissolubile; in realtà ciò avviene quando l’Io, accogliendo l’anima in sé, la libera con la forza della luce centrale del Logos dalle tenebre luciferiche-arimaniche che l’avvolgono, e l’anima, spezzati i legami fisico-materiali che la imprigionano, inizia a percepire oltre il fisico e a vivere lo Spirito.
Vivere realisticamente lo Spirito è il compito che il moderno ricercatore deve realizzare in sé quando pratica la Via del Pensiero e la Via del Sentire. In sostanza, con la disciplina della Via del Pensiero che conduce al pensiero puro e le pratiche correlate, si produce una sottilizzazione del proprio essere e un allargamento di coscienza fino all’incontro con l’Io Interiore, e attraverso lui con il Logos Solare, o il Cristo. Con la Via del Sentire che conduce al pensiero libero dai sensi si educa l’anima fino al punto di percepire metafisicamente l’intero creato e, scendendo al cuore per incontrare il Cristo, si percepiscono le forze dell’Iside Sophia e le forze dell’Arcangelo Michele. Allora la Via del Pensiero si trasforma nella Via dell’Io, e attraverso la Vergine Sophia recante la purezza del Graal, e Michele portante la libertà del puro volere, si scopre la Via del Cuore o Via del Sacro Amore: la Via del Logos Solare.
Coltivare l’ascesi è l’aspetto fondamentale della Scienza dello Spirito; apprendere le rivelazioni della scienza occulta, la struttura metafisica dell’uomo e la sua evoluzione, conoscere come agiscono il pensiero, il concetto e l’idea, sapere come agisce l’immagine con la sua magia, apprendere le comunicazioni di come il pensiero, risalendo il riflesso, si trasformi in pensiero puro, pensiero vivente, pensiero folgore e pensiero creatore, ha poco valore senza applicare la catarsi e la purificazione, e senza dedizione alle pratiche spirituali, necessarie per realizzare l’unione mistica con la divinità.
Tali rivelazioni valgono inconsciamente per l’anima, per farla vibrare su realtà nascoste nel suo profondo e per prepararla a una futura vita nello Spirito.
Gli esercizi spirituali aiutano la catarsi e la purificazione, che svincolano la dialettica dagli assolutismi della logica fisico-materiale, dal rumore assordante dei pensieri riflessi, dalle idee e dai concetti stereotipi, dalla fantasiosa immaginazione, dal sentimento opprimente l’animo e dalla presunzione intellettualistica di comprendere le realtà metafisiche con la mente fisico-materiale; si entra nell’ascesi, nel vero collegamento con l’anima e con l’Io interiore, e attraverso questo ci si immerge nella Vera Luce, essendo la Vera Luce centro universale dell’Io originario nelle sue infinite sfaccettature. La mente, illuminata e liberata da strutture psicofisico-cerebrali, inizia a espandersi quale piano mentale oltre il fisico-minerale, tornando ad essere sede, se pur provvisoria, della coscienza pura dell’Io Superiore.
Tutto è Luce.
La tenebra stessa è Luce, pur se negata da veli di progressiva densità, luce adombrata ma necessaria per lievitare, esaltare e desiderare la Luce del Divino.
La vita è Luce.
Ogni Essere, ogni Ente è nel profondo Luce. Lo stesso pensare, sentire, volere e percepire è azione della Vera Luce che va oltre la luce eterica, la luce astrale e la luce mentale, in un nulla di un vuoto abissale nell’Essere Universale. Ogni pensiero, ogni sentimento, ogni volontà è presenza di Luce, come ogni particella materiale, animica e spirituale. Vivere coscientemente la Luce diviene la reale conoscenza, la quale, perduto il suo aspetto nozionistico-materiale, torna ad essere profonda saggezza spirituale nell’uomo, essendo la Luce della Divinità: Luce del Cristo.
La luce che l’uomo comunemente conosce, non è la Vera Luce ma solo il suo riflesso, parvenza di una vastità incommensurabile e velata che è Luce di Consapevolezza Spirituale dell’Essere Universale, e, nonostante ciò, l’unica comprensibile oggettivamente.
In realtà l’uomo non conosce né percepisce il processo di cristallizzazione della Luce Spirituale, che diviene luce fisica, anzi ogni percezione è tradotta dall’Io secondo lo stato di coscienza in atto. Quello che l’essere umano conosce e percepisce della luce è solo l’incontro di essa con la tenebra esistente nel mondo di negazione della Luce Spirituale, negazione che tuttavia ha in sé la stessa sostanza della Luce, essendo parte della Vera Luce che si oppone a se stessa per seguire la discesa nella densità dell’uomo e dargli la possibilità della risalita nel puro Spirito. Pertanto quello che si vede e si percepisce, quello che ci circonda e si guarda, è la veste di luce morta delle cose e degli esseri viventi in attesa dell’illuminazione dell’uomo, che consenta di percepire la realtà spirituale della Vera Luce. Per giungere all’Illuminazione è necessario restituire la vita alla luce che muore ogni volta, per donarsi all’uomo. Luce cristallizzata che nell’uomo è conosciuta come materia e come pensiero riflesso, che tramite l’Ascesi del Pensiero può essere restituita al suo stato originario, vivificando il pensiero stesso e facendogli riacquistare il suo vero stato che è Luce-Pensiero.
Se l’uomo potesse conoscere, vedere e sentire soggettivamente il proprio Io Interiore, si scoprirebbe intessuto di Vera Luce e constaterebbe di essere, oltre la parvenza del manifesto, in uno stato pre-archetipale, e vivrebbe, attraverso l’Io Superiore, nel melodioso centro silenzioso dell’Assoluto Essere Universale, del Sat Chit Ananda (Pura Verità, Pura Consapevolezza, Pura Gioia), dove il Tutto e il Nulla si combinano in un flusso dinamico di consapevolezza pura inimmaginabile e indescrivibile; sperimenterebbe l’elevata percezione pura che conduce l’Io a dimenticare e perdere se stesso per ritrovarsi cuore dell’Essere Assoluto: un “Io” che si contempla nell’insondabile vastità dell’Essere Universale con la consapevolezza assoluta di Essere. Questa possibilità data dalla purificazione nel fuoco iniziatico rende l’uomo adatto a svelare e riconoscere in modo inconfondibile la Vera Luce: il Cristo, essendo essa stessa la sua struttura e la fonte della sua Illuminazione.
Luce che è Vita
Vita che è Amore
Amore che è Sapienza
Giungere all’esperienza della Vera Luce è attingere alla Iside Sophia, alla Sapienza-Amore, alla conoscenza iniziatica e, donandosi al Fuoco dell’Amore Immortale, è concepire tutto in rapporto alla presenza dell’Io Divino; allora il Pensiero ‒ provenendo quale emanazione veicolare dalla sede della coscienza pura dell’Io Superiore ‒ inizia ad essere concepito e sperimentato in modo pre-cerebrale e iniziaticamente come flusso dinamico di coscienza pura dell’Io: Stella Polare o filo di Arianna della Via del Pensiero, che dalla materia conduce alla Luce dello Zero Assoluto. A questo punto il pensiero quale flusso dinamico di coscienza pura dell’Io, immergendosi nella vastità dell’Essere, torna a essere Uno nel Logos del Sole Centrale o Cristo Universale, cioè Uno nel Verbo: il Fiat o l’Om della creazione.
Il flusso dinamico di coscienza pura dell’Io nascosto nel pensiero riflesso è da scoprire nella concentrazione. Si giunge a questa scoperta quando la concentrazione diventa profonda, ossia quando l’immagine dell’oggetto si dissolve in un nulla pieno quale quid intuitivo, che rappresenta ciò che è il concetto dell’oggetto. Il quid intuitivo, essendo la percezione dello Spirito, è fuori dalla forma e dalla concezione materiale, e racchiude, quale flusso dinamico di coscienza pura dell’Io, i vari flussi di coscienza che permettono di creare l’oggetto fisico o la sua immagine concettuale nella concentrazione, quale azione di una reale presenza di Vita della Vera Luce dell’Io nello Spirito pietrificato: la lancia guaritrice.
In sostanza, il pensiero che utilizziamo comunemente è esotericamente il veicolo di un flusso dinamico di coscienza egoica orientato oggettivamente verso il manifesto, intendendo per manifesto anche i piani sottili con i loro Enti.
La concentrazione del pensiero tende immaginativamente a manifestare e mettere in moto il flusso dinamico di coscienza egoica, tramite il concetto di un semplice oggetto ideato dall’uomo, ma anziché lasciarlo orientare verso il manifesto o verso l’ego, lo dirige all’interno dello stesso flusso dinamico di coscienza affinché, non utilizzato per l’ego e per il manifesto, torni flusso dinamico di coscienza pura dell’Io: il pensiero puro. Tale coscienza pura, che è in sostanza Luce di Coscienza Spirituale, permette, appartenendo per sua natura al piano mentale-spirituale, di far risalire l’ego dal riflesso della materia, far scoprire l’Io Interiore e portare la sua liberazione da forze psicofisiche nell’anima inferiore. Questo è un momento importantissimo per l’ascesi poiché è il momento dell’“Avvento dell’Uomo Interiore”, in sostanza l’“Epifania” iniziatica, poiché si percepisce l’Io Interiore come un’inconfondibile luminosa presenza in sé.
Inizialmente tale luminosa presenza in sé è quasi sfuggente, ma intensificando la coscienza pura con la contemplazione diviene sempre piú luminosa, forte e tangibile, fino al punto che progressivamente la concentrazione realizza l’immersione nell’Io Interiore. A ragione, dopo questo evento, la Via del Pensiero può essere chiamata Via dell’Io, e la concentrazione può partire direttamente dal quid, il flusso dinamico di coscienza pura dell’Io.
Allorché dal quid compare la Luce dell’Io Interiore è ad essa che deve convergere la coscienza del ricercatore con la massima attenzione, determinazione e costanza, in un riposo e un silenzio profondo e sacro, essendo la concentrazione un rito solare e l’esercizio a sé sufficiente in cui converge iniziaticamente sia il meditare, sia il contemplare, sia la percezione pura, sia l’immaginazione creatrice.
Giova tuttavia riprendere con cadenze prestabilite l’intero processo formale di concentrazione, poiché la ricostruzione esatta è un preliminare di sana disciplina.
Capire come si realizza il quid è una delle stazioni piú importanti della Via del Pensiero: indica il punto di passaggio da un pensare riflesso, logico-matematico e materiale, ad un pensare puro, libero e spirituale.
Un serio sperimentatore della Via del Pensiero non si stancherà mai di evidenziarlo e di indicare che il quid intuitivo è coscienza spirituale in sé di cui si riveste l’immagine dell’oggetto oppure il concetto, e che questa coscienza spirituale si manifesta quando l’immagine dell’oggetto o il concetto si dissolve, in un nulla pieno, nella sensazione di presenza dell’oggetto quale Sostanza Spirituale del proprio Essere Spirituale: è cioè, scoprire intuitivamente l’attimo infinitesimale, che avviene nel nucleo di sé, del passaggio dalla coscienza egoica o fisico-materiale alla coscienza pura o spirituale quale luce di coscienza, dal pensiero riflesso al pensiero puro, dalla materia allo Spirito, dal volere ordinario al puro volere quale forza-pensiero o forza eterica, dalla luce fisica alla luce eterica, dall’ego all’Io Interiore.
È in verità coscienza d’Iniziato.
Su questa scoperta di coscienza spirituale si gioca una grande battaglia tra la struttura psicofisica-cerebrale dominata dalle forze degli Ostacolatori e la struttura dell’alto mentale e dell’alto astrale in cui confluiscono le forze di coscienza dell’Io e delle Gerarchie Spirituali. La causa è che la concentrazione all’inizio viene fisicizzata, non essendo ancora un atto dello Spirito, e questo provoca una tensione psichico-nervosa nella zona in cui la mente-cerebrale poggia fisicamente la sua attenzione. Se questa fisicizzazione non è risolta trasportandola fuori dal corpo fisico-minerale, e anzi è usata come tema della concentrazione perché scambiata, non conoscendola, con la forza-pensiero conducente al pensiero vivente, essa è sfruttata e afferrata da forze contrarie all’Io, affinché tutta l’opera resti nell’ambito fisico e non entri nel percorso ascetico di elevazione animico-spirituale.
È chiaro quindi che da qui sorge la confusione per molti sperimentatori di credere che il quid sia la forza-pensiero, che questa forza-pensiero sia il pensiero-puro o il pensiero vivente, che il pensiero-puro o il pensiero vivente sia la forza-pensiero identificabile fisicamente con la forza psichico-nervosa percepita come pressione frontale.
Tuttavia gli sperimentatori in grado di mantenere la pratica della concentrazione nell’ambito animico, e meglio ancora spirituale, ossia nel pre-fisico, possono percepire nel tempo lo scorrere del flusso dinamico del pensiero o volere dell’attività pensante, come presenza di una forza senza forma, preludio alla forza-pensiero o forza eterica. Ad essi è sufficiente contemplare tale forza, mentre si attua la catarsi individuale, finché, potenziandola attraverso l’attenzione e il riposo in sé, non siano in grado di percepire lo Spirito, e la forza non si trasformi in forza-pensiero: volere eterico del pensiero puro. Allora, e solo allora, otterranno il silenzio mentale, il vuoto mentale e il vuoto pieno, e contemporaneamente scopriranno la luce eterica avente in sé la Luce dell’Io Interiore.
È da considerare comunque che percorrendo la forza del volere è molto piú difficile e faticoso giungere alla Luce dell’Io Interiore rispetto al passare per il quid, perché il quid contiene già in sé il silenzio mentale, il vuoto mentale e il vuoto pieno, essendo esso già Spirito, contenente in sé la forza-pensiero e la luce-eterica, e che, contemplandolo, si entrerà nella nascosta Via del Cuore o Via del Logos Solare. Chiaramente la comprensione dell’esperienza della forza senza forma è piú facile rispetto al percepire lo Spirito, essendo questa piú tangibile perché di natura eterico-lunare, e quindi piú vicina al sistema nervoso sia centrale sia periferico. In entrambi i tipi di passaggio però, il ricercatore è condotto a percepire sia lo Spirito, sia la forza-pensiero o forza eterica, sia la luce eterica e poi riconoscersi Spirito quale Io Interiore, non solo nel momento rituale dell’esercizio, ma progressivamente quando si entrerà con i successivi vuoti pieni nel centro dell’Io Superiore e poi nella totalità dell’Essere Assoluto che vive in sé.
Il Regno dei cieli è già nel cuore dell’uomo, che necessita esserne consapevole.
Ricercare lo Spirito nel centro dell’uomo è il senso pieno della Via Iniziatica.
È importante non dare una posizione fisica all’immagine sintesi o concetto, né, in modo particolare, al quid quale sintesi-pensiero e segno di luce, né alla forza-pensiero e alla luce eterica, perché essi fanno parte del mentale-spirituale. Questa azione equivarrebbe a trasportare ciò che è mentale, o facente parte del piano mentale-spirituale, nel piano fisico-minerale, con la conseguenza di alterarlo e corromperlo. È necessario che questi elementi permangano nella coscienza senza spazio né luogo né tempo: in una coscienza libera anche da esperienze eteriche e astrali che copiosamente si riverseranno a lato di essa quando si giungerà al silenzio, al vuoto mentale piú profondo e al vuoto pieno dell’Illuminazione.
Solo dopo la scoperta di ciò che è Spirito si può operare volitivamente con esso sul fisico, ma questo in genere non è necessario, poiché è lo stesso Io Interiore che agisce sul fisico secondo necessità superiore alla comune coscienza umana. Nel frattempo è essenziale che il ricercatore eviti di identificare ciò che è spirituale con il corpo fisico minerale fino a quando non diventerà in grado di suscitare le forze d’Iniziazione, di trasmutazione e di resurrezione, cosí svilupperà la capacità di muoversi nello spirituale e di non commettere l’errore di identificare gli elementi sottili del corpo eterico, astrale e mentale con il corpo fisico-minerale, con le sensazioni psicofisiche e con la struttura cerebro-nervosa. In sostanza bisogna imparare a far convergere nello stesso istante di vita il pensare, il sentire e il volere ordinario con la vita spirituale, affinché ne venga arricchita la propria esistenza.
In tal modo le forze della concentrazione si svilupperanno in modo regolare manifestandosi solo quando verrà in essere l’Io Interiore, e non causeranno disturbi psico-fisici né provocheranno emicranie né agiranno in modo tellurico. In sintesi non saranno dannose per l’asceta, ma saranno strumenti di catarsi e di elevazione operanti secondo le direttive del Logos. Stimolando con la concentrazione il puro flusso dinamico del pensiero, si perde il senso della dialettica, anzi la si elimina, essendo la concentrazione avulsa da attività cerebrale, per questo il flusso dinamico tanto piú è sollecitato e sviluppato quanto piú s’immerge nell’Io Interiore in un profondo silenzio mentale.
Riconoscere il punto in cui l’Io interiore sorge, è scoprire l’essere del pensiero, è volere un pensiero in libertà. La libertà nasce nel momento originario del pensiero cosciente di sé, che conduce a comprendere cosa sia l’Essere e la vera vita nello Spirito e oltre lo Spirito.
Inoltre, rivolgendo con determinazione l’attenzione al flusso dinamico di coscienza, ossia al passaggio dal fisico allo spirituale, si sviluppa la forza eterica quale corrente della volontà che è identica al moto originario del flusso dinamico di coscienza pura che nel tempo manifesterà la luce eterica.
Cosí dirigere il flusso dinamico di coscienza verso la coscienza pura dell’Io significa incontrare la soglia di coscienza o soglia dei mondi spirituali, e capire cosa si sperimenta oltre ad essa; si è sulla soglia del piano mentale del sovrasensibile e s’impara la diversità tra lo psichico e lo spirituale, ristabilendo la gerarchia compenetrativa delle forze che convergono nell’essere multidimensionale.
Il pensiero deve divenire puro per trasportare le funzioni superiori dell’Io, trasformare l’inconscio emozionale-istintivo e stabilizzare le forze nella coscienza spirituale, anzi esse avranno uno sviluppo illimitato, al punto che l’intero creato si annullerà nello spazio e nel tempo e si concretizzerà nel punto iperspaziale del centro dell’Essere.
Per proseguire fruttuosamente l’ascesi, il ricercatore deve comprendere che l’uomo, oltre che un essere spirituale, un essere di luce e un essere d’amore, è anche un essere del volere, e che tutta la sua struttura, sia grossolana sia sottile, ne è compenetrata. Tale volere si manifesta in ogni attività dell’uomo, come manipolazione del mondo fisico e come esplicazione del proprio essere interiore ed esteriore, al punto che, tranne che per le funzioni legate alla coscienza superiore, il volere si attua come forza tellurica massiccia e potente, nell’istinto, nel sesso e nella brama, ossia nell’amore inverso.
Il volere è come diviso in due. Una parte trasmette, prima della risalita, la coscienza dell’ego nella materialità con il pensiero riflesso, e poi con l’ascesi porta la coscienza pura dell’Io interiore nel piano mentale con il pensiero puro; l’altra parte trasporta le forze piú profonde, potenti ed inconsce dell’amore inverso, soggette normalmente ad Entità contrarie all’allargamento di coscienza dell’Io interiore stesso, ossia forze luciferiche e arimaniche che se ne sono indebitamente appropriate.
Compito dell’asceta è riunire ciò che è stato diviso, ricongiungere ciò che è stato spezzato, forgiare a nuovo la spada del Graal e con essa compiere l’operazione piú profonda: l’eterizzazione dello scheletro. In sintesi, la reintegrazione.
Per realizzare l’unificazione del volere, è necessario che il volere legato alla coscienza dell’Io interiore diventi sempre piú presente, e che l’attenzione sia sempre piú profondamente diretta al pensiero puro e all’Io interiore, fino al punto di divenire forza-pensiero, forza eterica e poi luce eterica. Questo comporta la progressiva eterizzazione della testa e poi dell’intera struttura nervosa, fino al punto di trasformare la parte istintiva e tellurica del proprio essere in elemento di forza dell’Io Interiore stesso.
In realtà nel pensiero già c’è il volere, essendone il veicolo, ma esso è nascosto alla coscienza ordinaria, poiché è il substrato con cui si muove la coscienza stessa. Questo implica che non è percepito in sé, ma è avvertito solamente ciò che trasporta, ossia l’aspetto di coscienza del pensiero stesso. La concentrazione permette indirettamente di sviluppare questo volere, poiché esso è legato alla manifestazione della coscienza materiale e spirituale, e quanto piú la coscienza si allarga, specialmente se spirituale, tanto piú si potenzia come forza del volere, fino al punto che essa può operare esotericamente e alchemicamente sull’intera struttura dell’uomo.
La magica forza del volere, comunque, senza la coscienza dell’Io, è soggetta ad essere assunta indebitamente da forze avverse all’evoluzione umana, in quanto, essendo un veicolo, il volere ha bisogno di una coscienza che lo diriga, di natura tellurica o di alta spiritualità. La stessa magia, essendo un volere eterico condensato, se è usata da un volere non liberato è magia tellurica, mentre se il volere opera secondo l’Io Superiore è Magia Solare.
La concentrazione del pensiero capace di manifestare l’Io Interiore, e attraverso esso la forza-pensiero, permette all’Io di riassumere progressivamente l’egemonia delle proprie forze, comprese quelle telluriche, istintive e della brama: forze che nel profondo sono energie di trasformazione e di resurrezione. Questa riunificazione del volere si concretizza con il fluire di correnti eteriche non solo nella struttura metafisica, ma anche in quella psico-fisica dell’uomo, liberando da ostruzioni i canali, o nadi, ed energizzando i vari centri sottili: i chakra.
Lo sperimentatore deve tenere presente che, pur se i canali e i centri sottili hanno una corrispondenza nella struttura psicofisica, nella realtà del puro Spirito non esiste una determinazione di spazio, di tempo, di luogo, di memoria, di forze o di organi: essa è un’unità di presenza, per cui lasciare libero l’Io Interiore di operare nelle strutture, nei piani, nei centri e nei canali significa entrare nella pura coscienza microcosmica. A livello di coscienza macrocosmica essi sono un tutt’uno con l’Io superiore, non essendovi distinzione. Pertanto quando si opera, o si hanno esperienze sottili, su centri, forze o corpi, o quando si supera la soglia dei mondi spirituali, in realtà non si opera o non si va in piani sottili manifesti e non, ma si vive nella stessa struttura di consapevolezza dell’Essere Assoluto, contenente il tutto in infinite dimensioni spaziali e iperspaziali, temporali e atemporali; si vive prima nell’Io microcosmico conducente all’Io macrocosmico, e poi da lí si accede e ci si collega con i piani di consapevolezza spirituale, essendo il tutto parte degli infiniti stati dell’Essere Assoluto. Quest’operazione, dunque, non serve all’essere, ma alla coscienza dell’Io nel manifesto sia esso Io Interiore, Io Superiore o Logos per edificare il Corpo Spirituale. Nell’Essere Assoluto c’è solo pura consapevolezza di Essere un Io Universale.
Giotto Pierrogi (1. continua)