L'impulso del Cristo nell'economia moderna

Economia

L'impulso del Cristo nell'economia moderna

e il confronto dei discepoli di Michele con la prossima incarnazione di Arimane

LIo sono a fondamento della vita economica

 

La divisione del lavoro è conseguenza diretta della differenziazione individuale degli uomini. Essi sono diversi in relazione ai propri bisogni, ai propri talenti e alle proprie capacità. Ogni individuo costituisce, in rapporto all’Io, una specie a sé. Da questo deriva la specializzazione produttiva. Un produttore si dedica a un’attività specifica al servizio di una piú o meno ampia cerchia di consumatori. La base della sua attività risiede nei bisogni individuali di questi consumatori. La forma altruistica dell’economia moderna discende quindi direttamente dall’essere e dalle esigenze dell’individualità umana. Steiner lo esprime con queste parole: «L’uomo s’inserisce nella vita economica per soddisfare i propri interessi. Questi hanno il loro fondamento nei bisogni della sua anima e del suo Spirito. Come agli interessi possa essere corrisposto nel modo piú soddisfacente in seno all’organismo sociale, affinché per mezzo di questo organismo il singolo individuo pervenga alla migliore soddisfazione del suo interesse e possa anche collocarsi entro l’economia nel modo piú vantaggioso, è una questione che deve essere risolta praticamente con i provvedimenti dell’organismo economico. Il che può verificarsi soltanto se gli interessi possono farsi liberamente valere, e se sorga pure la volontà e la possibilità di fare ciò che è necessario alla loro soddisfazione. L’origine dei bisogni sta al di fuori dei limiti della vita economica. Si formano con lo svolgersi dell’essere umano animico e naturale. È compito della vita economica prendere i provvedimenti atti a soddisfarli. Questi provvedimenti non possono riguardare altro che la produzione e lo scambio delle merci, cioè di beni che ricevono il loro valore dal bisogno dell’uomo. La merce infatti riceve il suo valore da chi la consuma» (I punti essenziali della questione sociale, Ed. Antroposofica, Milano 1999).

Contro questo fatto oggettivo, che l’economia debba prendere atto dei bisogni umani per come si manifestano naturalmente, si erge Lucifero, che vuole giudicare i bisogni secondo norme etiche, classificandoli in superiori ed inferiori, spirituali e materiali e che dà una connotazione negativa all’egoismo umano. Ma tale egoismo dei consumatori dà modo ai produttori di servire altruisticamente i loro bisogni. Il valore delle merci dipende dai bisogni umani, non da astratte valutazioni etiche. Naturalmente, grazie alla libertà dei produttori, che non saranno costretti a lavorare dal proprio bisogno di sussistenza, nella sana vita sociale risulterà anche che ci sono dei bisogni che non possono essere soddisfatti. Riguardo alla relazione tra produttori e consumatori cosí si esprime Steiner: «In tutto ciò che viene prodotto dall’organizzazione della vita sociale mediante la vita economica e la coscienza del diritto, opera inoltre ciò che deriva da una terza sorgente: dalle attitudini individuali di ogni singolo uomo. Questo campo abbraccia tutto, dalle piú elevate prestazioni spirituali a quel che nell’opera dell’uomo deriva dalla migliore o peggiore sua capacità fisica per prestazioni utili all’organismo sociale. 

Lavoratori

Ciò che sgorga da questa sorgente deve penetrare nel sano organismo sociale in tutt’altra maniera da come vi penetra quello che avviene nello scambio delle merci e quello che può derivare dalla vita statale. Non vi è altra possibilità di far sí che questo contributo vi affluisca in maniera sana, se non facendolo dipendere dalla libera ricettività degli uomini e dagli impulsi che derivano dalle attitudini individuali stesse. Se le prestazioni umane derivanti da tali attitudini vengono influenzate artificialmente dalla vita economica o dall’organizzazione statale, si toglie ad esse in massima parte il fondamento della loro vita, che può consistere soltanto nella forza che devono sviluppare da se stesse. Se l’accoglimento di simili prestazioni viene direttamente condizionato dalla vita economica, oppure organizzato da parte dello Stato, resta paralizzata la libera ricettività degli uomini, che è la sola condizione per cui esse affluiscano in forma sana nell’organismo sociale. La vita spirituale, con la quale nella vita umana si collega per innumerevoli fili anche lo sviluppo delle altre attitudini individuali, avrà una sana possibilità di sviluppo soltanto se ogni produzione poggi sui propri impulsi e stia in un rapporto di piena comprensione con gli uomini che ne ricevono le prestazioni» (Op.cit.).

La salute dell’organismo sociale è quindi in rapporto alla possibilità che ogni individuo si manifesti per ciò che è, operi per soddisfare i propri interessi e metta in atto i propri impulsi elementari nel modo per lui piú vantaggioso. Questo può realizzarsi pienamente se la volontà degli individui non viene influenzata artificiosamente, ma può esplicarsi liberamente a partire dai propri impulsi.

 

Eucaristia. Il rendere grazie come sostanza dellIo Sono

 

L’attuale condizione sociale malata, determinata dalla mancata comprensione delle leggi spirituali dell’economia, causa la lotta per la sopravvivenza, il sospetto verso il prossimo, il malessere per la propria condizione di dipendenza. L’operaio lotta contro il datore di lavoro, il consumatore vede il produttore come uno che vuole imbrogliarlo. Questo è il risultato ottenuto dal voler costringere gli uomini ad essere morali per mezzo del ricatto del bisogno e dell’imposizione di leggi e ideali etici precostituiti. Nel momento in cui si accetti l’uomo per ciò che è, consentendogli di agire liberamente nella vita sociale, apparirà la natura altruistica dell’economia, il fatto che il benessere aumenta quando tutti possono realizzare le proprie aspirazioni, poiché si trae grande vantaggio quando tutti possono mettersi liberamente al servizio dei bisogni altrui, senza essere costretti.

Ascoltiamo queste parole di Steiner, tratte da una conferenza tenuta a Berlino il 18 febbraio 1907 (O.O. N° 96): «Si sente continuamente questa frase fatta che gli uomini dovrebbero fondersi poco a poco in una coscienza universale. Se perdessero la loro attuale coscienza e si fondessero in una coscienza universale sarebbe per loro la liberazione. Ma le cose non stanno cosí. La coscienza dell’Io, che non era assolutamente presente una volta, sussisterà ancora dopo l’ultima incarnazione. MulticoloreQuello che si è separato dalla sostanza spirituale comune per formare un organismo si fonderà di nuovo nel tutto. Ma adesso, immaginatevi questo nel modo seguente: all’origine c’era dell’acqua chiara, essa è stata aspirata da numerose piccole spugne. Durante questa separazione è stato però assorbito tutto ciò che può essere assorbito dall’ambiente. Ogni goccia assorbita si colora di un tono ben preciso. Quando si strizzano le piccole spugne, ognuna rilascia il suo colore. È una diversità di colori cangianti, piú belli di quanto non sarebbero mai potuti essere prima. Cosí ogni uomo, quando ritorna nel tutto spirituale, porta con sé la propria colorazione particolare. È la sua coscienza individuale, che non può andare perduta. La coscienza universale sarà un accordo di tutte le coscienze, un’armonia. Nella libertà, gli esseri che saranno passati attraverso l’umanità saranno una unità. Resteranno molteplici, e dato che vogliono essere una unità, ma non saranno costretti a formare una unità, saranno per questo una unità. Ognuno avrà conservato la sua coscienza e formeranno tutti insieme, per loro volontà, una coscienza unitaria. È cosí che dobbiamo rappresentarci l’inizio e la fine del nostro processo attuale dei mondi».

Questa coscienza unitaria, sarà la veste tessuta dalle libere azioni morali degli uomini. Solo se nella vita economica i bisogni dei consumatori potranno manifestarsi liberamente e i produttori potranno mettersi liberamente al loro servizio, potrà nascere nelle anime degli uomini la gratitudine reciproca. Questo rendere grazie passerà da anima ad anima e tesserà i fili che realizzeranno la veste dell’umanità futura. Solo l’Io Sono può rendere grazie.

 

L’incarnazione di Arimane nel presente e il compito degli antroposofi

 

In una importante conferenza tenuta a Berna il 4 novembre 1919 (O.O. N° 193), Rudolf Steiner parla approfonditamente dell’imminente incarnazione di Arimane e della grande opportunità che essa, se riconosciuta, offre all’umanità per la sua evoluzione. Voglio citare un’importante indicazione che egli ci dà, che a modo mio ho sviluppato in questo studio.

«Cosí, nelle correnti spirituali e non spirituali del presente, vi è molto di cui gli esseri umani oggi dovrebbero essere consapevoli e su cui regolare il proprio atteggiamento interiore. Dipenderà dalla capacità e dalla volontà di penetrare alle radici di tali questioni l’effetto che l’incarnazione di Arimane può avere sugli uomini: se la sua incarnazione li porterà a perdere completamente lo scopo della Terra o se li porterà a riconoscere proprio il significato assolutamente limitato della vita intellettuale, della vita non spirituale.Rappresentante dell'umanità Se gli uomini prendono in mano in senso giusto quelle che oggi vi ho caratterizzato come le correnti che conducono ad Arimane, allora semplicemente attraverso la sua incarnazione nella vita sulla Terra, essi riconosceranno chiaramente che cosa sia l’unilaterale arimanico, e grazie a ciò riconosceranno il suo opposto polare, l’elemento luciferico. E allora gli esseri umani si troveranno nella condizione di poter cogliere con l’occhio dell’anima, proprio dalla contrapposizione dell’elemento arimanico e di quello luciferico, il Terzo, che tutto riassume. Gli uomini devono compenetrarsi di questa Trinità, dell’elemento cristico, arimanico e luciferico. Perché senza la conoscenza di ciò gli uomini del futuro non potranno continuare a vivere in modo da raggiungere veramente lo scopo della terra».

Ognuno può meditare queste parole tenendo davanti a sé la statua lignea del Rappresentante dell’Umanità.

 

Iniziative antroposofiche in Italia

 

Alla luce di quanto fin qui considerato, voglio portare alcuni pensieri sulle iniziative che con grande energia e convinzione sono state intraprese negli ultimi mesi dai dirigenti del movimento biodinamico e del movimento Waldorf italiani, con il sostegno della dirigenza della Società Antroposofica, iniziative che in questi giorni si stanno intensificando. Si tratta dei contatti in corso con il mondo politico e con quello scientifico e universitario, volti ad ottenere sostegno economico e riconoscimento culturale e giuridico per le scuole steineriane e le aziende biodinamiche e biologiche. Le aziende agricole e le scuole sono in crisi a causa della situazione malata dell’economia moderna, determinata dai fattori che ho sopra esposto. Compito di noi antroposofi sarebbe quello di portare un contributo di conoscenza per la soluzione dei problemi dell’intera umanità. Invece stiamo chiedendo alle attuali istituzioni malate un sostegno alle nostre iniziative, dimostrando la nostra debolezza spirituale.

Dal constatare che le aziende agricole oggi non si reggono sulla sola vendita delle merci, si sono intraprese iniziative in collaborazione con l’Università Bocconi nel progetto Impact Investing Lab (investimenti per positivi impatti ambientali), per promuovere studi che in futuro indirizzino investimenti di capitali nelle aziende bio. Inoltre, nell’allegato 99, scritto da Carlo Triarico e accettato come contributo del mondo biodinamico nella Carta di Milano, documento ufficiale conclusivo di Expo 2015, si chiede alle istituzioni il riconoscimento, anche economico, dei compiti ambientali e sociali complessivi dell’agricoltura. Poi, nel paragrafo dal titolo Fare sistema è scritto: «Nessun agricoltore, anche se bravo imprenditore, può farcela da solo. Le politiche agricole devono sostenerlo, senza condizionarlo, per l’opera che svolge, soprattutto se questi sceglie di praticare un’agricoltura biologica e biodinamica a difesa dell’ambiente».

Il riconoscimento economico da parte dello Stato politico, cioè il pagamento in denaro, di compiti ambientali e sociali, e dell’opera meritoria svolta nel praticare un’agricoltura “etica”, non ha nulla a che fare con le sane leggi della vita sociale. Il denaro può essere solo il controvalore di merci, non può pagare compiti sociali e comportamenti etici. La circolazione monetaria deve essere invertita, con il reddito base, la detassazione totale dell’economia e l’istituzione della tassa monetaria, in modo che il denaro esca dalla finanza e vada nelle mani dei produttori e dei consumatori, dei singoli individui. Il valore economico è valore di merci e prestazioni. Sono i consumatori i soli che possono riconoscerlo attraverso il pagamento in denaro nei confronti dei produttori, materiali e spirituali. Il valore economico non può essere riconosciuto da un’istituzione pubblica.

Oggi il denaro paga il lavoro e schiavizza l’uomo. Ma se le nostre richieste non verranno accolte, si giungerà a pagare con denaro il comportamento etico. Non esiste aberrazione maggiore di questa. Essa è la diretta conseguenza del lavoro pagato come merce e del costo economico delle tutele sociali che gravano come tasse sulle imprese. Ma invece di eliminare queste cause, consideriamo come una legge di natura il fatto che l’impresa non possa vivere di sola produzione di merci e chiediamo di essere sostenuti economicamente dalla politica e dai capitali finanziari, diventandone cosí totalmente dipendenti. Nel quarto notiziario 2015 dell’Associazione per l’Agricoltura biodinamica, si esulta per i successi ottenuti e per le dichiarazioni del Ministro delle politiche agricole per il suo “endorsement” su biologico e biodinamico. Si comunica inoltre che è stato avviato il tavolo del Ministero dell’Agricoltura per lo sviluppo della bioagricoltura e che si è dato vita a un forum internazionale. Con il Ministero si lavora intanto al Piano nazionale per l’agricoltura biologica e biodinamica, per portare in cinque anni al suo raddoppio in Italia.

Come si può esultare del fatto che l’evoluzione spirituale avvenga per legge, introducendo su larga scala attività educative in scuole statali? Dov’è la libera vita spirituale che nelle nostre bocche risuona di continuo? Tuttavia, dal punto di vista dell’evoluzione, non si può non valutare con soddisfazione la diffusione dell’agricoltura biodinamica e tutto il lavoro che è stato fatto per svilupparla tra gli agricoltori e portarla al centro dell’attenzione pubblica. Ma si deve anche osservare spiritualmente il processo che ha portato a questo sviluppo. Le motivazioni degli agricoltori sono quelle legate al rispetto della terra e dell’essere umano, ma un fattore determinante per molti è la difficoltà economica delle aziende, che attraverso questa agricoltura sperano di trovare una possibilità di sopravvivere. Queste del resto sono le motivazioni che noi stessi portiamo incontro agli agricoltori e alle istituzioni nell’invitarli a orientarsi verso la biodinamica. E la prospettiva di spuntare dei prezzi piú alti per i prodotti, unita ora alla speranza del sostegno economico statale e finanziario, diviene determinante nella scelta.

Voglio portare un’immagine per comprendere meglio il processo, tratta dalla prima conferenza tenuta da Steiner nel corso sull’agricoltura di Koberwitz (O.O. N° 327): «Passiamo ora a considerare le piante come tali. Nella loro vita dobbiamo osservare due aspetti: il primo consiste nel fatto che tutto l’essere della pianta, e l’intera specie cui essa appartiene, si conserva in se stesso, si riproduce e sviluppa una forza riproduttiva, grazie alla quale la pianta può generarne un’altra simile. Il secondo aspetto è che la pianta, in quanto appartenente ad un regno relativamente inferiore della natura, serve di nutrimento per i regni naturali superiori. Questi due aspetti nel divenire delle piante hanno a tutta prima poco a che fare l’uno con l’altro perché, se ci si riferisce al processo di sviluppo che va dalla pianta madre alla pianta figlia e da questa alle piante successive, può essere del tutto indifferente per le forze plasmatrici della natura, che la pianta venga da noi mangiata, ci serva da nutrimento, oppure no. Si tratta di due sfere d’interesse completamente diverse l’una dall’altra, ma nondimeno nel contesto delle forze della natura le cose agiscono in modo tale che tutto quanto ha a che fare con le forze intime di riproduzione, di accrescimento, tutto ciò che porta le piante da una generazione all’altra è compenetrato da quanto agisce dal cosmo sulla Terra, vale a dire dalla Luna, da Venere e da Mercurio, attraverso l’elemento calcareo. Se vogliamo considerare soltanto quel che ci si presenta nelle piante che non mangiamo, ma che si riproducono soltanto, allora guardiamo ad esse come se ci interessasse soltanto l’azione cosmica di Venere, Mercurio e Luna; questi pianeti presiedono a quanto sulla Terra nella pianta si riproduce».

Sappiamo dalla terza conferenza del ciclo L’esperienza del corso dell’anno in quattro immaginazioni cosmiche (O.O.N° 229) che il calcare primaverile è un’entità bramosa in cui agisce l’entità ari­manica con le sue speranze ed illusioni: «Ma per il fatto che questo calcare diventa interiormente vivente, esso acquista una particolare forza di attrazione per gli esseri arimanici. Questi esseri ari­manici, ogni volta che si avvicina la primavera, nutrono delle speranze. PaneEssi veramente di fronte alla natura non hanno di solito speranze speciali, perché veramente possono esplicare il loro essere soltanto nell’uomo. …Questa tensione, questa illusione è presente negli esseri arimanici ad ogni primavera e ad ogni primavera viene annientata. …Ma l’uomo per cosí dire non rimane senza pericolo sotto l’influsso di quelle illusioni. L’uomo gode di quegli stessi prodotti della natura che prosperano in questa atmosfera di speranze e di illusioni ed è in sostanza veramente un’ingenuità dell’uomo credere di mangiare il pane fatto soltanto del grano macinato e cotto. In questo grano macinato e cotto ci sono le illusioni delle entità arimaniche e le speranze delle entità arimaniche».

Arimane, come piú sopra mostrato, agisce nell’uomo attraverso il bisogno del pane per la propria sopravvivenza. Nella pianta il calcare è in relazione al bisogno di sopravvivenza della specie, ottenuto con l’azione delle forze riproduttive di crescita. La sovrapproduzione dell’economia moderna è un’esuberanza di forze di crescita che si fonda sul bisogno di sopravvivenza dei produttori.

Anche le aziende biodinamiche e biologiche si sono moltiplicate, riprodotte, in relazione al bisogno di sussistenza dei produttori. È collegato a ciò anche il Piano nazionale per l’agricoltura biologica e biodinamica, per portare in cinque anni al suo raddoppio in Italia. Si vuole indurre uno stimolo riproduttivo con concime chimico, cioè denaro malsano della finanza e della politica dato ai produttori. Ma forse abbiamo la possibilità di trasformare questo processo riproduttivo forzato artificialmente in valore nutrizionale, in un alimento spirituale per l’intera vita sociale.

Ritorniamo a Koberwitz: «Se invece, nel senso piú profondo della parola, le piante vengono utilizzate per il nutrimento, cioè se esse si sviluppano in modo che le sostanze in loro si trasformino in alimenti per l’uomo e per gli animali, allora vi partecipano Marte, Giove e Saturno attraverso l’elemento silicico. L’elemento silicico apre l’essere della pianta verso le ampiezze cosmiche e ne stimola i sensi, in modo da renderlo capace di accogliere dalla periferia cosmica quel che plasmando emanano i pianeti esterni».

La silice rende la pianta altruista. Essa produce sostanze nutritive non per se stessa, ma per gli altri regni. Questa azione della silice è legata all’attività dei produttori nella vita economica, che ha a che fare con i bisogni dei consumatori, non con i propri. La sfera del calcare, legata alle proprie necessità di sopravvivenza, e quella della silice, che favorisce il servizio altruistico verso gli altri, sono due sfere d’interesse completamente diverse l’una dall’altra.Concimare Nella vita sociale questo si manifesta nella necessità che debbano essere due cose del tutto distinte il lavorare per gli altri e avere un determinato reddito (O.O. N° 34). Condizionare il reddito al lavoro, equi­vale a concimare il terreno con concime minerale, a incatenare calcare e silice tra di loro. Il prodotto del lavoro sarà scadente perché il lavoratore non può liberare le sue individuali capacità produttive, ricattato dal proprio bisogno. Quando il cereale matura, s’interrompe l’azione riproduttiva di crescita vegetativa ed entra in azione il processo di maturazione mediato dalla silice, che stimola l’azione atmosferica di luce e calore.

Nell’uomo questo è collegato alle forze di pensiero e percezione che ci aprono alla periferia cosmica, ci consentono di andare oltre noi stessi. Se come movimento biodinamico e pedagogico steineriano sapremo superare la paura per la nostra sopravvivenza con cui ci domina Arimane e accoglieremo forze di pensiero e percezione dalla periferia, cioè da quello che l’umanità oggi attende da noi, trasformeremo la forza dei numeri, che abbiamo usato per far vedere a Expo che siamo in tanti, nella forza delle idee e delle proposte che possono offrire un nutrimento molto piú prezioso del pane salutare che produciamo grazie alla biodinamica: il pane spirituale che è la vera nuova concezione della vita sociale.

Dobbiamo però chiarirci bene i pensieri fondamentali della Tripartizione sociale, farli nostri pienamente attraverso la luce del pensare vivente, altrimenti li riduciamo a schemi, modelli e programmi che vengono usati da Arimane per i suoi scopi.

Ecco un esempio: su un notiziario biodinamico è stato pubblicato l’articolo di un imprenditore che ha realizzato una filiera di produzione di cereali e di panificazione che egli presenta come un esempio di applicazione della Tripartizione sociale. Fatto salvo il mio apprezzamento per la qualità del lavoro, la dedizione e l’impegno delle energie personali di numerose persone, devo far notare però che il progetto presentato non corrisponde al principio della separazione tra le tre sfere della vita sociale, come l’autore sostiene. Egli afferma infatti che la sfera economica è rappresentata dagli agricoltori, dai mugnai e dai panificatori coinvolti: tra questi deve vigere un principio di fraternità. Insieme si decidono i prezzi di vendita, evitando qualunque competizione interna, cercando di soddisfare le esigenze di ogni membro della filiera produttiva. Nessuno deve guadagnare a discapito di un altro. La fraternità dovrebbe però essere dei produttori nei confronti dei consumatori. Non ha senso fissare i prezzi da parte dei produttori, per soddisfare le proprie esigenze. Il valore delle merci lo dà il consumatore in relazione al proprio bisogno. Il bisogno del produttore deve essere soddisfatto dal reddito indipendente dal lavoro. Allora i prezzi sarebbero unicamente espressione del loro reale valore economico, che è valore dato dal bisogno dei consumatori.

Viene anche detto che la sfera culturale è rappresentata dai membri della società civile: l’in­sieme dei cittadini che attraverso la cultura possono effettuare scelte consapevoli ed autonome. Ma la sfera spirituale dell’ambito economico non è costituita dai consumatori, bensí dai produttori, dalle loro capacità, che si devono esprimere senza condizionamenti da parte delle altre due sfere. La sfera economica le condiziona con il bisogno di sopravvivere. I consumatori consapevoli e liberi oggi sono solo quelli che hanno denaro per comprare a prezzi etici, cioè spesso proibitivi. E non sono certo i disoccupati o i lavoratori al limite della sopravvivenza.

Si afferma infine che la sfera giuridica è rappresentata dall’Università locale, che come ente di ricerca e di controllo deve certificare la salubrità dei prodotti nel rispetto degli standard qualitativi imposti, in accordo ad un principio di uguaglianza, rendendo fluidi i rapporti tra la sfera economica (i produttori) e la sfera culturale (consumatori consapevoli).

Questa è la parte piú evidentemente distorta. L’Università è un organo della vita spirituale, ma qui viene considerata organo giuridico, solo per il fatto che nelle attuali condizioni malate dipende dallo Stato. Da questa commistione e confusione discende tutto ciò che impedisce la libertà dei produttori. Essi devono osservare un preciso disciplinare produttivo e standard qualitativi imposti con carattere normativo. La biodinamica si riduce cosí a una tecnica da applicare da parte dell’agricoltore, condizionato dalla propria dipendenza economica e da una malsana commistione tra cultura e politica. Le tre sfere non sono per nulla separate.

Altro grave errore è l’inversione attuata nel dire che i consumatori rappresentano la sfera culturale e i produttori quella economica. Nella sfera economica esiste una Tripartizione interna: i produttori rappresentano la sfera spirituale, in relazione alle loro capacità, i consumatori quella puramente economica, poiché essi danno il valore alle merci con i loro bisogni, e i commercianti quella mediana, giuridica, che fa incontrare le altre due nella formazione dei giusti prezzi.

Si deve prendere coscienza che oggi da parte di istituzioni specialistiche vengono diffusi pensieri tanto evidentemente distorti, che raggiungono migliaia di persone e creano illusioni. La responsabilità verso la verità ci impone di correggere gli errori.

 

Le correnti che conducono all’incarnazione di Arimane

 

Con la nostra opera di corteggiamento della politica e della finanza “etica” stiamo contribuendo a preparare la strada al successo di Arimane. Il denaro attuale rappresenta il potere di Arimane. Finché il denaro non sarà soggetto a tassazione, sarà solo un mezzo di potere, comunque lo si usi: Prendiamo il caso piú estremo. Supponiamo che qualcuno abbia del denaro senza darsi troppo da fare per l’umanità. Esistono casi del genere. Voglio esaminarne appunto uno cosí. Dunque qualcuno, senza darsi troppo da fare per l’umanità, ha del denaro. Con il denaro egli si compera qualcosa. Ha altresí la possibilità di sistemarsi una vita molto piacevole per il fatto di avere del denaro che rappresenta un buono per lavoro umano. Bene! Non è necessario che costui sia cattivo; può essere un uomo buonissimo, perfino pieno di zelo. Spesso non si comprende la struttura sociale, non si ha interesse per il prossimo, vale a dire per la struttura sociale. Si crede certamente di amare gli uomini se con il denaro ereditato, per esempio, ci si compera qualcosa o magari lo si regala. Anche se lo si regala non si fa altro che far lavorare un certo numero di persone per chi riceve il denaro. Il denaro è solo un mezzo di potere. Per il fatto di essere un buono per forza-lavoro, esso è un mezzo di potere (da R. Steiner, Esigenze sociali dei tempi nuovi, O.O. N°186).

Le leggi etiche che chiediamo alla politica sono espressione dell’ideale luciferico. Il titolo del convegno tenuto in febbraio alla Bocconi, all’interno di Expo 2015 era Oltre Expo. Alleanze per nutrire il pianeta. L’alleanza della finanza e della politica è quella tra Arimane e Lucifero, rappresentata nella parte sinistra della statua lignea del Rappresentante dell’Umanità. Steiner ci aveva avvertito che se non avessimo accolto l’impulso cristico della Tripartizione sociale, saremmo caduti nelle braccia di Lucifero, e da qui nella trappola di Arimane, la piú vasta ed astuta intelligenza nel cosmo. Consiglio di leggere per intero la conferenza del 4 novembre 1919, già sopra citata, pubblicata nel numero di marzo-aprile 2004 della rivista Antroposofia.

 

Stefano Freddo (2. Continua)