Nella puntata del mese di dicembre 2016 dell’articolo di Stefano Freddo: “L’impulso del Cristo nell’economia moderna”, l’autore riporta un passo del Dottore contenuto nella raccolta: I punti essenziali della questione sociale, Editrice Antroposofica, che recita: «La merce infatti riceve il suo valore da chi la consuma». Ora ho cercato attorno a me, come consumatore, a quale prodotto, servizio o prestazione io attribuirei il valore, non ne ho trovato nemmeno uno, anzi mi vengono tutti imposti, chiedo perciò all’estensore dell’articolo se gentilmente può indicarmene un esempio. La volontà dell’individuo è limitata al solo decidere se avvalersi dell’acquisto ecc., oppure no.
Giorgio A.
Anche in questo caso ci siamo rivolti al diretto interessato, che cosí ha risposto:
Dal concetto di merce, un bene prodotto da qualcuno per un altro che ne ha bisogno, discende che il suo valore dipende da chi la consuma. Questo è ciò che risulta all’osservazione del pensare puro, che è il vero pensare pratico. Sono d’accordo con lei che oggi ciò avviene solo in minima parte nella realtà economica, a causa dei pensieri illusori che indico come azioni nelle nostre anime delle entità ostacolatrici. Nell’articolo faccio presente che ci sono tre fattori che falsano i prezzi: il costo del lavoro, le tasse e il costo dei mezzi di produzione. Quindi oggi i prezzi non esprimono il puro valore economico delle merci. Ma dire che questo ci è imposto è vero solo in parte, poiché tutto ciò che accade lo vogliamo. Oggi non posso dare alcun esempio di giusto prezzo. Possiamo solo impegnarci per la riforma proposta da Bellia, se vogliamo liberarci dall’imposizione.
Stefano Freddo
Mi accade di visualizzare la notte come delle correnti in cui, spesso, si disputano i nascenti destini di un incontro. Le virate improvvise che vi sono dietro a determinate ‒ radicali ‒ decisioni, spesso dipendono da queste correnti. Ho come l’impressione che ad un livello superiore si disputino come delle battaglie tra quelli che sono i motivi di un Incontro e tutto ciò che vorrebbe sfavorire tale comunione. Quando la “corrente” avversa raggiunge il suo obiettivo, spesso si arriva ad ottenere una immagine dell’accaduto attraverso il sogno. Ancora piú facile lo svegliarsi con “l’amaro in bocca”. Per rispetto della libertà né si può dire, né si può fare alcunché ove l’incontro sia stato avvolto da questa corrente. Parlo di un’esperienza diretta ma vorrei capire se la Scienza dello Spirito ha mai parlato di un simile fenomeno. In che modo è possibile contrastare tali azioni di prova e riportare l’incontro al suo motivo originario?
Nicola G.
La corrente del karma – nella quale s’intrecciano i fili degli incontri solo apparentemente casuali, e quelli piú determinati e determinanti – trae origine da uno schema preciso che risale direttamente alle nostre azioni pregresse. Nulla accade a caso, tutto avviene a seguito di quanto abbiamo provocato con i nostri comportamenti esteriori e interiori, di cui fa parte ogni nostra attività, pensiero, sentimento e volizione. Però noi sappiamo che il Cristo è il Signore del karma, e il nostro collegamento con Lui nelle azioni quotidiane può ottenere un cambiamento di ciò che sembrava inevitabile. Che ci sia anche il tentativo degli spiriti avversi di contrastare il Bene, o di frapporre ostacoli a Incontri che potrebbero rivelarsi fondamentali per il nostro futuro, è scontato: è il loro compito, e lo svolgono alla perfezione, con tenacia e perseveranza. A volte l’incontro, se deve comunque verificarsi ma urta contro difficoltà insormontabili nel quotidiano, avviene durante il sonno, e nella memoria riusciamo a ricordare ben poco, tranne un’atmosfera sospesa e quasi magica, di cui non riusciamo a spiegare la causa. Questo può provocare in noi una profonda delusione, per non essere in grado di portare a coscienza qualcosa che sentiamo importante ma che ci sfugge. E ne deriva la spiacevole sensazione dell’ “amaro in bocca”. Sta a noi, per evitarlo, lavorare attraverso la disciplina spirituale a rendere vigile il sonno, almeno tanto da poter riportare al risveglio brani sempre piú vividi dell’incontro. Questo permetterà di superare, nel tempo, anche gli impedimenti dell’incontro nella vita di veglia. A tale proposito Massimo Scaligero pubblicò, fra i primi libri editi dalla Tilopa, Il rosario di corallo, di Antoine Wylm, che in forma romanzata narra di un incontro che da sognante arriva a divenire reale. Questa la presentazione del libro: «È la magica storia d’amore di due esseri che, uniti dalla forza del destino, trovano dinnanzi a sé la serie inevitabile di ostacoli riconducibile all’avversione che la terrestrità convenzionale nutre per il miracolo, per l’evento sovrumano che è comunque prodigio d’amore. La fredda potenza della logica astratta si ribella a ciò che la supera, ancora una volta esigendo il sacrificio della elevazione alla prosaicità della “ragione”. L’eccezionalità dell’incontro dei due, prima celeste poi terreno, dietro la semplicità della forma letteraria del racconto, sembra alludere al massimo mistero d’Occidente».
Ho letto l’articolo sulle visioni profetiche delle 13 notti sante. Faccio da piú di 30 anni esperienze sulle notti e i giorni santi, e ho ancora ieri visto queste profezie realizzarsi. L’articolo, per come spiega la corrispondenza tra le notti e il mese, può trarre in errore quando dice che per dicembre si debba guardare il 4 gennaio. Dovrebbe dire che la notte dal 4 al 5 corrisponde a dicembre. È al mattino del 5 gennaio che abbiamo la visione del mese, e non il 4. La stessa cosa per le esperienze fatte quel giorno: per il futuro mese di gennaio è la giornata del 25 dicembre e non il 24 che ci dà l’indicazione. Cordiali saluti della Svizzera.
Luciano Perissinotto
Graditissima l’indicazione basata sull’esperienza personale, che conferma la veridica applicabilità delle visioni profetiche delle Notti Sante trattate nel numero di dicembre. Prendiamo nota dei suggerimenti, di cui terremo sicuramente conto.
Sono un appassionato rosacroce da circa 30 anni, Vi chiedo cortesemente informazioni riguardo all’Ordine Rosa+Croce fondato da Steiner, se ancora è in vita “fisicamente” e se esiste nella mia città Roma. Un saluto fraterno.
Tito d. P.
L’Ordine della Rosacroce – quello vero e non le varie società che si sono appropriate di questo sacro nome – che fa capo a Christian Rosenkreutz e non è quindi stato fondato da Rudolf Steiner, agisce su un piano che non è quello fisico. Tutti gli Adepti operano anche sul piano fisico, ma i loro incontri avvengono in un luogo preciso della Terra che è situato a livello eterico, ove ricevono, dallo stesso Christian Rosenkreutz, i compiti che ognuno di loro deve svolgere nell’ambito della collettività di cui fanno parte, per aiutare chi vuole intraprendere un cammino di conoscenza, o chi è già in cammino e ha bisogno di essere orientato e sostenuto. L’Ordine spirituale della Rosacroce non ha quindi una sede in Italia – o negli Stati Uniti, come alcuni affermano – ma in un luogo sovrasensibile, cui non si accede se non si viene espressamente invitati. La disciplina spirituale donataci da Rudolf Steiner, con i cinque esercizi da eseguire con regolarità, ha come fine, tra l’altro, proprio di prepararci ad essere degni di far parte di tale elevata Comunità.