Esorbitando

Costume
Esorbitando

«Ad astra» elaborazione fotografica di Luigi Marzo

Il Sudafrica brucia, la calura

tocca in Asia cinquattaquattro gradi,

si sta liquefacendo il ghiaccio ai poli,

il Monte Bianco ha perso il suo cappuccio

di nevi eterne per lo zero termico.

Forse a causa dell’afa e per l’incuria,

i topi e le formiche vanno a spasso

per strade, piazze e letti d’ospedale,

e la mondezza ingombra il planisfero

terrestre, che sia piatto, tondo o a pera,

il terrore per bomba, drone e incendio,

per terremoto o per cartella pazza,

certe strade ridotte ad un encierro

spagnolo, coi pedoni rassegnati

ad essere incornati prima o poi

da un suv, da un TIR, dall’Ape del lattaio,

da un centauro drogato. Mentre accade

tutto questo, che fanno gli scienziati

del CERN, del MIT, del Tunnel del Gran Sasso,

di tutti i Lab intenti a ricavare

l’algoritmo che può salvare il mondo?

Se la scienza risolve, questa è l’ora

di mostrarlo in soldoni, e invece ecco

che un team di esperti in geocronologia,

esaminando un teschio del Terziario

ritrovato in Marocco di recente,

ha riscritto le origini dell’uomo

fissandone l’età a trecentomila

anni, e non piú a duecentomila;

e la NASA ha pesato con la luce

una stella del tipo nana bianca,

realizzando il sogno di Einstein:

notizia di per sé stupefacente

sapere che un cervello tutto numeri

sognasse come quello di un poeta.

E frattanto che pesano le stelle,

si manda un razzo per studiare il sole,

non da un comune punto lagrangiano

ma lungo la corona della stella,

sfidando l’eliosfera e il suo calore

di un milione gradi, un vero inferno.

Non potendo risolvere i problemi

che affliggono l’umana civiltà,

i sapienti e i politici dilapidano

ingegni e soldi per varare imprese

campate in aria, utili soltanto

a chi ci lucra titoli e prebende,

sottraendosi a calcoli e verifiche

della bontà di simili missioni,

essendo la materia quanto mai

esclusiva di élite misteriosofiche,

che si tengono mano in ogni bluff.

Per sanare i problemi terra terra

chiedono lumi al sole e alle altre stelle,

ma per topi, mondezza e senzatetto,

per migranti, usurai e derivati,

non si fa luce, è sempre buio pesto.

Anche il Bosone, dopo il grande bang

dell’LHC di Ginevra ha spento i fari

della mondanità. Le particelle

subatomiche sperano in un suo

ritorno, come Zorro o Montecristo,

per esplodere ancora in variopinte

fontane di magnetiche frequenze,

un fuoco artificiale, il cui bagliore

si spaccia per la mano del Creatore.

Non sapendo far altro che spettacolo,

la scienza perde il senso del ridicolo.

 

                                                                  Il cronista