Come il corpo eterico puo' influenzare il corpo cellulare

Biologia

Come il corpo eterico puo' influenzare il corpo cellulare

fisico-eterico-astrale-IoUna delle principali scoperte della Scienza dello Spirito a indirizzo antroposofico è stata sicuramente quella di descrivere nel dettaglio il corpo energetico dell’uomo, o corpo eterico, nei suoi effetti e nelle sue relazioni con gli altri corpi umani, ovvero il corpo cellulare, il corpo astrale e i vari arti spirituali. In tal senso il corpo eterico si colloca a tutti gli effetti come il ponte tra la dimensione materiale-carnale e quella sottile-metafisica.

Ciò anche come elemento fondamentale per comprendere molti degli aspetti legati all’incarnazione e manifestazione dei processi vitali. Non a caso è anche conosciuto come Corpo vitale, e riprende per molti aspetti, in Occidente, quelli che in Oriente sono legati ai concetti di Chi o di Prana e sui quali si basano anche importanti tecniche terapeutiche come l’agopuntura o quelle della medicina Ayurvedica.

Il lavoro di Rudolf Steiner, e di tutta la successiva medicina antroposofica, ha analizzato a vari livelli le interazioni tra patologie e il corpo eterico, gli altri corpi dell’uomo e i Regni della Natura, a partire da quello botanico-vegetale-planetario.

Tuttavia è difficile trovare pensieri recenti che, anche in relazione alle ultime scoperte della scienza moderna, riescano a gettare un po’ di luce su quelli che potrebbero essere (il condizionale è d’obbligo) i meccanismi che consentono al corpo eterico di “innestarsi” su quello cellulare, avviando poi i vari processi metabolici (o patologici).

Se quanto dice l’Antroposofia è vero, si dovrebbe arrivare ad un punto in cui quanto descritto a livello sottile trovi riscontro e manifestazione, e quindi possibilità di descrizione, a livello materiale. Il famoso “punto di svolta”, il mercur degli alchimisti, lo snodo della lemniscata, per usare un’immagine cara a molti lettori.

Non essendo questa una rivista di medicina o di microbiologia, né noi dei ricercatori accademici “accreditati”, eviteremo di addentrarci in settori non di nostra competenza; tuttavia crediamo possa essere di un certo interesse proporre alcune riflessioni su tali questioni secondo una visione d’insieme che potremmo definire “naturalistica”, che tengano conto di recenti scoperte in ambito scientifico.

Corpo d'acquaInfatti anche la medicina, la biologia e la fisica da tempo riconoscono l’esistenza di una sorta di “dimensione energetica” dell’essere umano. Il Campo ElettroMagnetico (CEM) dell’individuo e i fenomeni di conduzione bioelettrica del sistema nervoso sono due delle manifestazioni piú eclatanti in materia. La Fisica ci spiega poi come lo stesso corpo umano cellulare, o materiale, in realtà di materiale abbia ben poco, e che sia costituito piú da vuoti che da pieni; ovvero, se si potesse estrarre la massa dei vari elementi chimici che lo compongono, liberandola dai legami energetici che tengono insieme i vari atomi-molecole, il corpo umano si ridurrebbe a un cucchiaino da caffè di materia. Quest’ultima sarebbe tra l’altro composta per il 90% solo da quattro elementi: Ossigeno, Idrogeno, Carbonio e Azoto. Infatti, se tutti sanno che il corpo umano è composto per il 72% della sua massa da molecole di H2O, pochi si ricordano che in termini numerici l’acqua costituisce il 99% delle molecole presenti.

Pertanto sempre la fisica ci ricorda che “la carne”, ovvero il corpo cellulare, la sostanza che appunto consente e riempie la forma nelle sue innumerevoli manifestazioni, è possibile soprattutto grazie alla vibrazione, ovvero all’energia, che tali molecole emettono. Tanto piú la vibrazione è elevata, maggiore è la densità della materia; un po’ come la ruota della bicicletta, che diventa impenetrabile tanto piú gira veloce, mentre la si può attraversare con una mano quando è ferma.

Il RisortoQueste prime riflessioni ci rimandano facilmente ad alcune immagini piú metafisiche, quali ad esempio il Fantoma, o Corpo glorioso, del Risorto, che può a piacimento attraversare i muri ma anche mangiare cibo e farsi toccare, quasi appunto fosse in grado di modificare tale vibrazione energetico-ato­mico-cellulare, cambiando cosí a piacimento la densità del proprio corpo fisico.

Eppure non abbiamo ancora toccato il cuore del problema: ovvero, come può il corpo energetico-eterico – che appunto, come visto, costituisce in realtà la gran parte della stessa materia che percepiamo – agire e innestarsi su quel poco o tanto di materia effettiva (ovvero gli atomi e le molecole dei vari elementi chimici) che compongono il corpo umano? Quale può essere il punto o il sistema di “innesto”?

Per rispondere a questa domanda, sempre a livello di ipotesi, mi sento di richiamare all’attenzione del lettore due elementi: la struttura della molecola di H20, che appunto costituisce la gran parte del nostro corpo, e le ultime scoperte nel campo della ancora poco conosciuta medicina molecolare.

In quest’ultimo settore illuminanti sono stati gli esperimenti del premio Nobel per la chimica Max F. Perutz sulla struttura e il funzionamento dell’emoglobina: la sostanza “principe” per il funzionamento di quel “succo peculiare”, per dirla come Rudolf Steiner, che è il sangue.

L’emoglobina è composta da circa 10.000 atomi e contiene quattro subunità, ognuna fatta di oltre 140 amminoacidi legati insieme in una lunga catena, e un gruppo che trasporta un atomo di Ferro, come un gioiello incastonato nel suo centro. Ogni atomo di Ferro può combinarsi con una molecola di Ossigeno che prende nei polmoni e rilascia nei tessuti. Nel suo viaggio di ritorno, l’emoglobina contribuisce a trasportare la CO2 dai tessuti ai polmoni. L’emoglobina è capace di compiere questa doppia funzione perché essa non è un rigido serbatoio di ossigeno, ma una specie di polmone molecolare che cambia la sua struttura ogni qualvolta prende e rilascia l’Ossigeno. Questo cambio di struttura permette alla molecola di combinarsi con ioni di Idrogeno quando l’Ossigeno è rilasciato, e di conseguenza la CO2, poco solubile, si trasforma in bicarbonato solubile che può essere quindi trasportato nel sangue.

Questi cambiamenti strutturali della molecola sono dovuti, guarda caso, proprio al Ferro che, facendola breve, agisce come una specie di relè, con un particolare movimento che viene trasmesso alla proteina e provoca una serie di spostamenti atomici che a loro volta causano un’improvvisa variazione strutturale della molecola. In particolare ciò si manifesta attraverso la presenza di cariche elettriche negative o positive (anioni e cationi) in piú e in meno rispetto alla “molecola base”, come si è visto poi in successivi studi su patologie legate appunto a questi cambi strutturali dell’emoglobina, come l’anemia falciforme (e a seguito di ciò, ad oggi sono note circa quattrocento differenti emoglobine umane anormali). Infatti le ricerche del noto biologo Vernon Ingram hanno confermato che la mutazione genetica che causava l’anemia falciforme provoca la sostituzione di due amminoacidi, aventi ognuno una carica negativa, con due amminoacidi elettricamente neutri.

Tutto questo discorso piuttosto complicato (nonostante le estreme semplificazioni che, garantisco, sono state fatte) per far capire che a monte di cambiamenti strutturali, ovvero materiali rilevabili, vi sono gli spostamenti di cariche elettriche, ovvero movimenti di tipo energetico.

Ecco dunque un’ipotesi di lavoro: e se queste manifestazioni, normalmente attribuite a una causa genetica, fossero proprio il “punto di innesto” del corpo eterico nel substrato molecolare-materiale?

Memoria acquaTale ipotesi può trovare ulteriori elementi di supporto esaminando poi il comportamento dell’acqua e in particolare il cosiddetto fenomeno della sua “memoria”. L’acqua è la molecola bipolare per eccellenza, ovvero presenta un polo negativo sull’atomo di Ossigeno e uno positivo in direzione dei due piccoli atomi di Idrogeno. Proprio tale polarità è alla base di gran parte delle sue 62 proprietà che la differenziano da tutte le altre sostanze presenti sulla Terra, rendendola di fatto un composto unico. Un vero “solvente universale” in grado di sciogliere tutto, ma anche di raccogliere e trasportare informazioni che rimangono nel suo campo energetico (eterico?) anche quando gli atomi di altri composti (es. i princípi attivi di un farmaco in essa disciolto) non ci sono piú.

Proprio per questa caratteristica, resa popolare dal discusso ricercatore autodidatta Masaru Emoto, ma indagata in modo piú scientifico da molti altri studiosi anche di formazione accademica, nonché laureati in medicina, come Jaques Benveniste o il premio Nobel Luc Montagnier, l’acqua è oggi l’elemento-base per nuovi tipi di farmaci. E se già con l’omeopatia emergevano queste caratteristiche, benché con la diluizione omeopatica essa si comporti piú come uno specchio, imitando ma invertendo l’effetto, in altre situazioni, invece, essa tende a imitare e replicare, senza modifiche di ciò che trasporta ma cambiando essa stessa struttura.

E che l’acqua ricca di informazioni (attraverso la dinamizzazione omeopatica e non solo), non sia piú la stessa dal punto di vista fisico ed energetico, l’hanno dimostrato anche altri studiosi come il chimico e fisico Vittorio Elia dell’Università “Federico II” di Napoli, con riscontri di variazioni micro calorimetriche e di conducibilità.

Sulla base di tali proprietà e considerazioni si stanno dunque sviluppando nuove interessanti linee di ricerca anche in campo farmacologico, come il TFF, ovvero il  Trasferimento Farmacologico Frequenziale, metodologia messa a punto per la prima volta a Torino dal gruppo di ricerca dell’Istituto IDRAS del dottor Massimo Citro. Con il TFF si possono trasferire a un paziente le proprietà terapeutiche di vari tipi di medicinali, attraverso circuiti elettronici di amplificazione, senza somministrare il farmaco in forma molecolare. Il soggetto assume dunque acqua contenente le informazioni del farmaco: solo acqua, ma “informata”, che riporta la struttura del farmaco come un calco di gesso un’impronta. Quindi rimane acqua dal punto di vista chimico, ma è farmaco a tutti gli effetti da quello terapeutico e fisico, senza tutte le numerose controindicazione ed effetti collaterali che quasi sempre i veri farmaci presentano.

Con il TFF, le cellule rispondono a stimoli indotti non da molecole ma da segnali “energetici”, sulla cui natura non vi è ancora niente di certo, ma che per il ricercatore di formazione antroposofica non possono non richiamare la presenza e l’azione del corpo eterico, che ancora una volta potrebbe appunto sfruttare, per manifestarsi sul piano fisico, le cariche polari dell’acqua stessa.

Insomma forse quelle che abbiamo sinteticamente presentato sono solo semplici suggestioni, ma che a noi appaiono piuttosto degli interessanti indizi che meriterebbero seri approfondimenti, per comprendere una volta di piú come le intuizioni di Rudolf Steiner e dei suoi discepoli piú preparati potrebbero trovare effettivo riscontro e spiegazioni anche nel mondo della scienza “ufficiale”, purché quest’ultima diventi sufficientemente aperta per poterli riconoscere.

 

Armando Gariboldi