L'Olandese Volante

Poesia

L'Olandese VolanteL'Olandese Volante

Selva d’alberi spogli e inerti l’ansa

della darsena fitta di velieri,

assente il vento, l’urlo sincopato

della sirena a tratti fende l’aria

immobile, vi incide cretti e solchi

di nebbia rugginosa, il sale ovunque

rode cavi e catene, chiglie stinge.

Poi dall’alto un richiamo inconoscibile

darà il segnale di partenza, l’àncora

risalirà coperta d’alghe e sabbia,

forte stridendo lungo la carena.

L’uomo alla barra del timone avrà

un breve soprassalto. Ordinerà

a invisibili mozzi di snodare,

d’un colpo solo, cime, corde e canapi,

e un fiotto bianco, un secco dispiegarsi

di vele, un forte strappo ai legni, un balzo

della nave possente adesso nuvola

candida e lieve, un albatro disteso

nel sole chiaro. La leggenda vuole

che soltanto nel turbine si sciolga

il maleficio, la condanna antica

si riscatti all’amore oltre la morte,

fermando l’incessante navigare.

Cosí tu, cuore, lasci piú serene

dimore, piú sicuri ormeggi ai segni

che vengono dal mare e che t’inducono

ai sogni temerari, alle speranze

di libertà, di favolosi approdi.

Ma i peripli piú arditi si riducono

al breve spazio del fantasticare,

alla voce che chiede: «Dove vai?»

e ti riporta alla tua vita vera,

all’isola interiore che tu sai.

 

                    Fulvio Di Lieto