L’ultima foglia si distacca e vortica
giú dal ramo del platano, frantuma
lo specchio della gora. La tua immagine
vi si scompone in multipli frammenti.
Cosí divaghi ai minimi frangenti
dello tsunami in una pozza d’acqua
onde di rifrangenza, cerchi, palpiti
e riflessi che stentano a riprendere
in armonia le tue fattezze. Naviga
la foglia sballottata nella giostra
delle cose che vanno, motivate
dall’estro naturale, all’evenienza
del caso, del destino, la fatale
emergenza che le disperde. Poi,
caduto il vento, leviga il suo specchio
l’oceano in miniatura, terra piatta
col mistero dell’oltre. Infine torna,
doppio di siderali incantamenti,
la calma nel pantano, vastità
capovolta di cielo, vi riappare,
composto nell’icona familiare
del tuo sembiante, luminoso arcano,
il sorriso di sempre che lo accende.
Auspici di sereno vi ridesta,
pegni di quiete dopo la tempesta.
Fulvio Di Lieto