L’Enigma dell’Europa Centrale tra Est e Ovest

Poteri occulti

L’Enigma dell’Europa Centrale tra Est e Ovest

Vorrei aggiungere oggi qualche considerazione a ciò che ho iniziato nell’ultima conferenza, dato che ciò riguarda il desiderio di alcuni nostri amici. Vorrei cercare di penetrare la questione oggi e domani, cosí che possiamo comprendere e non fraintendere la cosa, volendola chiarire dal punto di vista spirituale. Perché non è possibile studiare gli aspetti piú profondi, in un certo senso occulti, se non si è in grado di vedere alcune realtà nel tempo attuale e nei tempi durante i quali questo presente è stato preparato, e se quindi non si è in grado di vedere queste realtà sul piano fisico. Sapete, infatti, che non si tratta qui di un qualsiasi partito preso, che non si tratta di simpatie o di antipatie, ma di esporre alcune realtà, che sono effettivamente, come ho sentito dire, auspicate da piú di una persona, per comprendere la difficile epoca presente. Darò quindi oggi qualche spiegazione preparatoria, per quanto il tempo ce lo consentirà.

Confraternite occulteDobbiamo, innanzitutto avere ben chiaro il fatto che tutto ciò che accade esteriormente sul piano fisico dipende dalle forze e dalle potenze spirituali, che ne sono il fondamento. Ma in concreto, è difficile conoscere con precisione il modo e il meccanismo d’azione di queste forze e potenze spirituali, perché in certi luoghi del piano fisico si presenta, si può dire, l’irrompere piú palese del Mondo spirituale piuttosto che in altri luoghi. Ho spesso indicato che esistono, in un certo senso, delle linee di comunicazione che partono dal mondo esteriore, attraversano le piú diverse condizioni intermedie, per giungere fino ad alcune confraternite occulte, e di nuovo partono dalle confraternite occulte e penetrano nel Mondo spirituale.

Se si vogliono comprendere queste cose nel giusto modo, occorre prima di tutto sapere che quando gli uomini lavorano facendo ricorso in qualche modo alle forze spirituali – in senso buono o cattivo – è necessario sempre considerare un grande lasso di tempo. E un’altra cosa ancora ha molta importanza in queste confraternite: è il fatto di cogliere nell’insieme e di utilizzare le conoscenze del mondo fisico con un certo sangue freddo. Questo è particolarmente necessario, se ci si vuole servire degli orientamenti delle correnti spirituali esistenti al fine di ottenere questo o quello scopo. Vedrete, poi, nel corso della mia esposizione, in quale misura si ricerca e si ottiene una cosa o l’altra, in senso buono o cattivo. Una particolarità di coloro che si servono di forze spirituali è che molto spesso – dico molto spesso, non sempre – essi hanno delle ragioni per non apparire loro stessi sulla scena, o sul piano esteriore, fisico, ma si servono di intermediari, attraverso i quali certi progetti possono essere implementati, realizzati.

Ora, è importante che queste cose abbiano luogo in maniera che gli altri uomini non se ne accorgano. Abbiamo visto, in effetti, nelle diverse considerazioni, che gli uomini sono in qualche modo poco attenti, non osservano volentieri ciò che accade. Ma è proprio quello che utilizzano gli esseri che si servono di certe realtà occulte per agire nel mondo. Chi non vede queste realtà come si possono osservare abitualmente, ma esamina questo mondo con uno sguardo libero, aperto, saprà che, per quelli che vogliono servirsi di un tale genere di mezzi, esistono sempre degli uomini influenzabili. E quando qualcuno cerca di influenzare altri uomini, e in un certo senso non è proprio del tutto coscienzioso come occultista, può in effetti porre in atto l’esercizio di un tale genere di influenza.

Alessandro III di RussiaCome ho detto, vi darò degli elementi preliminari. Facciamo un esempio – procederò in maniera del tutto elementare, e vedrete che questi dati elementari ci condurranno alla comprensione delle realtà piú profonde – facciamo dunque un esempio. Nell’anno 1889, il conte Richard von Pfeil, che si era recato e aveva soggiornato a San Pietroburgo, scrisse le righe seguenti a proposito dell’Imperatore che regnava allora sulla Russia:

«L’impressione generale che ricevetti dell’Imperatore Alessandro III, fu quella che mi ero già fatta da molto tempo: che egli fosse spinto dalla sua cerchia a nutrire una profonda diffidenza nei confronti della Germania, e che questa diffidenza si fosse a quel punto talmente radicata in lui che non si poteva piú assolutamente pensare a un cambiamento. Egli era convinto, a giusto titolo, del suo profondo amore per la patria, ma credeva anche ai suoi consiglieri e alle altre personalità determinanti in Russia, tra i quali molti non si auguravano assolutamente la pace come lui».

Avete dunque, in un ruolo preminente, un uomo che si deve descrivere nella seguente maniera: egli è influenzabile da coloro che lo circondano al fine di condizionarlo, ma questi non vogliono mostrarsi direttamente, non vogliono apparire loro stessi in primo piano. Prendete in considerazione qualcuno che conosca alcune relazioni tra le cose risultanti dall’impulso del quinto periodo postatlantico, e che vogliano utilizzare queste relazioni tra le cose in una certa direzione, o nella direzione di una qualsiasi comunità. Cosa farà? Cercherà di avvicinarsi a una tale persona in vista, cercherà di guadagnare un’influenza, suscitando l’idea che sia lontano mille miglia dal suo pensiero voler esercitare un qualsiasi condizionamento, nella speranza che nessuno si accorga del fatto che vuole guadagnare quell’influenza, tuttavia guadagnandola. Sarà sufficiente formare le frasi in un certo modo, utilizzare certi giri di frase, per guadagnare influenza sulle persone, semplicemente con il modo di formare alcune frasi, di pronunciare certe parole o con altri mezzi ancora che non voglio descrivere. Basterà conoscere i mezzi con i quali si può influenzare qualcuno al fine di condurlo a orientarsi in un certo modo. Dato che molte persone sono piuttosto disattente, il mondo appare loro buono secondo il proprio giudizio, ed essendo il mondo buono secondo loro, si orientano evidentemente in quel senso. Dunque, una persona può essere giustamente convinta del proprio amore per la pace, ma credere al contempo a tutti i suoi consiglieri e ad altre personalità autorevoli.

Vedete con quanta facilità queste cose sono possibili nel senso piú ampio, come ho riferito alla Blavatsky in relazione a un altro caso. Dopo che quel tale Mahatma che viene indicato con le iniziali K.H. aveva esercitato una influenza positiva su di lei, per mezzo di alcune macchinazioni fu sostituito da un altro Maestro, che era una spia al soldo di una certa organizzazione. Questi aveva fatto parte di confraternite occulte dove era stato iniziato ai piú alti gradi, cosí che ora poteva lavorare dietro le quinte come Mahatma e ottenere dalla Blavatsky ciò che si voleva raggiungere. Menzionando queste cose elementari, voglio solo indicare ciò a cui si deve prestare attenzione se ci si vuole formare un giudizio, perché dato il modo in cui la storia è scritta, spesso il mondo è indotto in errore. In realtà, la scrittura della storia è davvero qualcosa di piú profondo. Restando alla superficie piú esteriore dell’esistenza fisica, nella piú assoluta maya, si potrebbe dire: se questo o quel professore è un uomo competente e conosce i metodi storici, sa come interpretare la storia nel giusto modo. Ma non è necessariamente cosí.

Che uno storico sia o no capace di rappresentare le vicende esatte, dipende dal fatto che il karma lo porti a capire nel modo giusto o meno le vicende. Questo è ciò che conta. Quanto è giusto spesso non si esprime in ciò che uno considera secondo il proprio giudizio, ma al contrario si rivela solo a coloro che sono in grado di rivolgere lo sguardo nella giusta direzione. Potrei dire anche: si rivela a colui che, attraverso il suo karma, è portato a vedere la cosa giusta al momento giusto, quando c’è qualcosa di significativo in un singolo fenomeno. Perché spesso un singolo fenomeno getta una luce su ciò che in realtà si compie durante decenni, e come un lampo illumina ciò che è realmente accaduto.

Ora voglio raccontarvi una breve storia per prepararvi a cose che saranno in seguito particolarmente importanti per noi nella considerazione del lato piú spirituale. C’era un dottore a Vienna – c’è ancora, ma non è piú cosí interessato a queste cose – che già negli anni Ottanta praticava la psicologia analitica, nei limiti in cui ciò è giustificato, non nella misura in cui da allora è praticata dopo le teorie freudiane. Aveva avuto alcuni grandi successi con la sua psicanalisi, perché era in grado, attraverso una sua particolare procedura, di trarre con l’analisi ogni tipo di cose dalla gente. Venne dunque da questo dottore, nel 1886, un uomo che gli diede l’impressione che ci fosse molto in lui. Occorreva curarlo specificamente come malato di nervi. C’era quindi, per un medico che se ne intende, molto da leggere della vita di quell’anima: era, per cosí dire, qualcosa di diverso. Un caso straordinariamente interessante. Il medico scoprí che il suo paziente era una personalità coinvolta nelle piú varie correnti politiche e che, come si dice, metteva il naso dappertutto e s’infilava in tutti i tipi d’affari. Scoprí anche che l’interessato scriveva articoli per alcuni giornali, e che questi articoli esercitavano una grande influenza sul sovrano dello Stato in cui viveva. Il paziente – il cui nome era Voidarevich, rampollo del voivoda [governatore] dell’Erzegovina, nato nella sua tarda età – raccontò molte cose. Tra l’altro, sapeva esattamente come venivano tessute le trame e tirati i fili, da parte della Russia, in Erzegovina e in Bosnia, prima del­l’inizio della guerra russo-turca degli anni Settanta [dell’Ottocento]. In circostanze normali, una tale persona non avrebbe rivelato quelle cose, ma quando si è sotto analisi psicanalitica da parte di un medico, vengono fuori molte cose che altrimenti non uscirebbero.

Dopo essere stato psicanalizzato diverse volte, fu chiaro che aveva le mani in pasta nel fatto che il re Milan e il principe Nikita, prima della dichiarazione di guerra alla fine degli anni Settanta, avevano organizzato le ribellioni in Bosnia e in Erzegovina. Dalla Russia, Nikita e Milan avevano preso questo a pretesto per dichiarare guerra alla Turchia. Non è vero quanto esteriormente viene detto, che la gente si era ribellata per il cattivo trattamento dei turchi. Questo potrebbe anche essere accaduto, non possiamo negarlo. Soltanto, deve essere chiaro che le cause risalivano a tempi anteriori e preparate altrove. Ciò che era trapelato da Voidarevic indusse a quel punto il medico a recarsi dalle Autorità del suo Paese; perché di quelle mezze frasi, il medico, che invece era una persona perbene, avrebbe potuto approfittarne. Da Voidarevic aveva appreso che l’ambasciatore russo a Vienna non era, come riferito dai giornali, in viaggio per Costantinopoli, ma per San Pietroburgo. Sembrava anche che il ministro degli Esteri russo non fosse andato alle terme in Boemia, come dicevano i giornali, ma che fosse rimasto in patria.

Alexander von Battenberg

Alexander von Battenberg

Queste due cose fecero una strana impressione sul medico: che l’ambasciatore russo a Vienna non andasse a Costantinopoli ma a San Pietroburgo, e che il ministro degli Esteri russo non andasse alle terme in Boemia, ma fosse rimasto a San Pietroburgo per ricevere l’am­basciatore, era qualcosa di completamente diverso da ciò che annunciavano i giornali. A quel punto gli passò un lampo nella mente, una intuizione oscura e istintiva: tutta questa faccenda è legata al fatto che qualcuno vuole destituire in Bulgaria Alexander von Battenberg. Avuto questo sospetto, il medico lo comunicò alle autorità competenti. Ma quelle autorità competenti sapevano solo che l’am­basciatore russo stava andando a San Pietroburgo “per ragioni private”, come si dice, e si accontentarono di quelle informazioni, come spesso accade: perché a volte anche nei posti influenti si realizza quella disattenzione di cui ho già parlato, e non si è affatto ansiosi di esaminare le cose piú profondamente. E una settimana dopo, il principe Alexander von Battenberg dovette abdicare!

Vedete, ecco un evento davvero insignificante per uno storico, ma un evento che getta luce su qualcosa di piú profondo. E se “per caso”, per cosí dire, il dottore non avesse fatto emergere attraverso la psicanalisi tali cose da quel Voidarevic, queste non sarebbero mai venute alla luce. Ma i fili del karma s’intessono in modo strano, ed è emerso, attraverso l’analisi, che Voidarevic – che aveva rivelato molte altre cose in quell’occasione – era destinato a cambiare la storia della Bosnia e dell’Erzegovina per i discendenti degli antichi voivodi, divenendo lui stesso il nuovo voivoda. Attraverso il lampo di luce che aveva illuminato l’argomento, si è potuto sapere come i fili siano passati dall’Est russo fino al­l’Erzegovina e alla Bosnia, e si è potuto ascoltare alla fonte la storia, che in seguito ha giocato un ruolo importante. Perché quel Voidarevic è risultato fin dall’inizio al servizio della Russia.

Questo non è un caso di stregoneria, ma mostra come, approfittando delle circostanze del piano fisico nel modo giusto, si possono realizzare obiettivi molto specifici. Questa era la ragione per cui Voidarevich era diventato tanto nervoso: perché non stava perseguendo correttamente il suo scopo, ma invece quanto era stato instillato in lui, e che era del tutto previsto. Avete qui un esempio eminente di come si lavori nel mondo, e al contempo si cancellino in modo deliberato le tracce del proprio agire. Potrete comprendere da questo come la valutazione delle relazioni mondiali non sia cosí facile come si immagina di solito. Perché coloro che, in qualche modo, vogliono partecipare sistematicamente, da dietro le quinte, alla storia del mondo, sanno molto bene come tirare quei fili, e hanno il sangue freddo di sfruttarli nella maniera adeguata. Si può dedurre molto in questo senso.

Solo l’impulso alla conoscenza e la volontà di conoscenza possono portare a vedere chiaramente le cose del mondo. Se si vuole capire quello che molti nostri amici stanno cercando di comprendere, bisogna considerare ciò che può essere utile, che può essere sfruttato. Vediamo come le correnti del quinto periodo postatlantico funzionino attraverso alcune aspirazioni e alcuni fatti percepibili esternamente nell’epoca attuale in senso piú ampio. Innanzi tutto, nell’Europa orientale abbiamo il popolo russo, che, come ho detto lunedí scorso, tutta l’Europa ha a cuore. Nel popolo russo, insieme alle varie etnie slave, vive – come ho affermato spesso– un elemento nazionale del futuro; poiché nella nazione, considerata qui globalmente come slava, vive la sostanza dalla quale si svilupperà in seguito la corrente spirituale del sesto periodo postatlantico.

In questo elemento slavo dobbiamo considerare, prima di tutto, il popolo russo come tale, poi le singole etnie slave, che, sebbene differenziate dai russi, tuttavia, in una certa misura, in quanto slavi, sentono un legame con gli slavi russi. Fuori da questo emerge, o è emerso, quello che oggi è chiamato panslavismo, nel senso di un’appartenenza comune nella vita spirituale, nella vita del sentire, nella vita politica e culturale di tutti gli slavi. Nella misura in cui si trova all’interno dell’anima popolare, questa è una cosa naturale e perfettamente onesta, e anche corretta nel senso piú alto dell’evoluzione umana, sebbene del prefisso “pan” si faccia oggi un grande abuso. Per colui che conosce le circostanze, è possibile chiamare “panslavismo” la comunità spirituale attraversata da quel fremito che, vorrei dire, la caratterizza nel modo che ho appena descritto. Parlare invece di “pangermanesimo”, che questo si riscontri dentro o fuori della Germania, è un’assurdità, anzi piú che una semplice assurdità, perché non è possibile forzare tutte le cose nello stesso modello. Di ciò che non esiste, non si può parlare. Qualcosa può emergere come una teoria, e affascinare qualche mente; ma questo va distinto dal reale che, come ho detto, differenzia e attraversa, come in un fremito, le varie anime secondo le diverse etnie slave.

Tutti coloro che si sono occupati seriamente delle conoscenze occulte fino dal XIX secolo, sono consapevoli del fatto che nell’Europa dell’Est hanno a che fare con un elemento differenziato di popolo. L’occultista sa, e l’ha sempre saputo, che nell’elemento slavo vivono le caratteristiche della popolazione futura. E se tra gli occultisti della Società Teosofica è stato detto qualcos’altro, ad esempio che questo elemento futuro per la sesta sottorazza si trova negli americani, ciò dimostra solo che questi occultisti non erano, o non sono, degli occultisti, o che vogliono ottenere qualcosa di diverso da ciò che risiede nei fatti. Quindi dobbiamo renderci conto che abbiamo a che fare con qualcosa in Oriente, qualcosa di inerente in un certo modo al futuro, un elemento che scaturisce dal sangue, che oggi è ancora in una forma primitiva, sconosciuta a se stessa, ma che in una maniera profeticamente istintiva contiene ciò che dovrà evolvere a partire da esso. Che è in qualche modo presente nei sogni. E come è infatti noto ad ogni occultista – non dico esteriormente, ma come fatto culturale – l’elemento polacco è molto piú avanzato, piú solido culturalmente, perché poggia su una solida base sia religiosa che politica, distinguendosi da tutte le altre etnie slave per il fatto di avere una vita intellettuale unitaria e autosufficiente di straordinario slancio e capacità. Oggi voglio solo delineare questo, poi andremo ancora piú oltre nell’argomento.

Rappresentiamoci ora davanti all’anima quello che ho appena esposto. Esiste – cosa ben conosciuta dagli occultisti nel suo significato piú profondo – una specie di controimmagine di questo, una sorta di contrario di ciò che abbiamo appena esaminato: la vita spirituale del popolo britannico. Voglio intendere con ciò il tipo di vita spirituale, per quanto essa rappresenta per il mondo delle istituzioni britanniche, per la vita dei cittadini britannici. Questo elemento ha soprattutto un carattere politico straordinariamente forte, ed è politicamente predisposto nel senso piú preminente. Una conseguenza di ciò è che da questo elemento è sorto il pensiero politico tanto ammirato dal resto del mondo, in un certo qual senso il piú evoluto, il pensiero politico piú libero. E ovunque, in altre parti del mondo, si sono cercate istituzioni politiche entro le quali la libertà potesse affermarsi, per come è stato inteso dalla fine del XVIII secolo fino al XIX secolo, prendendo in prestito il pensiero britannico.

La Rivoluzione francese, alla fine del XVIII secolo, era in realtà piú una questione di sentimento, un impulso di passione, e quanto vi era di pensiero era stato ricavato dal pensiero britannico. Il modo in cui si formano i concetti politici, in cui si articolano le strutture politiche, il modo in cui la volontà popolare è diretta come possibile organizzazione politica libera, cosí che possa funzionare in ogni sua parte, tutto questo è inserito nel pensiero politico britannico nella sua espressione e forma originale. Da qui le molteplici imitazioni delle istituzioni britanniche negli Stati emergenti del XIX secolo. In molti luoghi si è tentato di importare qualcosa del modo di vivere britannico e delle sue istituzioni parlamentari, poiché a tale riguardo il pensiero britannico è il maestro dei tempi moderni.

Nel XIX secolo, diciamo negli ultimi decenni del XIX secolo, questo pensiero politico era espresso in Inghilterra anche da personalità estremamente importanti della politica, che davano ai loro pensieri una forma che andava nel senso di tali rappresentazioni politiche. Appariva soprattutto una cosa: che con questo pensiero politico si poteva attuare la salvezza del mondo, purché ci si arrendesse ad esso, al fatto che tale pensiero politico potesse essere espresso totalmente nelle varie istituzioni esteriori. Pertanto, personalità che possono essere unilateralmente orientate in una direzione o nell’altra, ma le cui forme-pensiero si sono espresse nel senso di un tale pensiero politico, e che hanno cercato di lavorare in quel modo, appaiono come personalità straordinarie e allo stesso tempo morali. Posso citare Richard Cobden, John Bright e cosí via, per non parlare di altri ancora piú importanti che non è il caso di menzionare, perché in questo campo è molto facile perdersi non appena si accede a una posizione di prestigio. Per questo considero davvero significativi, per come lo intendo, coloro che non si sono allontanati verso l’una o l’altra direzione. Si potrebbero fare molti altri nomi.

Ciò che ho appena descritto si è effettivamente verificato come impulso fino agli anni ’90 del XIX secolo, ed è in un certo senso l’antitesi, come ho chiarito in precedenza, di quanto si trova nel popolo slavo. Perché questo modo di formare pensieri destinati a orientare la politica, è perfettamente in linea con il carattere della quinto periodo postatlantico. È ad esso che appartiene, è qui che deve essere sviluppato. E dalle persone di cui ho parlato, è stato preso nel giusto modo. Da un lato, quindi, abbiamo ciò che appare attraverso la ragione, l’intelligenza e la moralità politica, dall’altro, ciò che è profondamente inserito non solo nelle menti ma nel sangue come un elemento del popolo futuro.

Dobbiamo ora renderci conto che quanto vi ho appena detto non viene solo da una mia conoscenza, ma che le persone che si occupano di queste cose l’hanno considerato per tutto il XIX secolo come ora ve l’ho descritto. In quelle confraternite occidentali di cui vi ho parlato, c’era una conoscenza molto precisa di ciò che vi ho esposto, cosí come la connessione di queste cose con il flusso evolutivo del quinto periodo postatlantico e il passaggio al sesto periodo postatlantico. Presso alcuni individui viveva la volontà – continueremo a vedere fino a che punto in senso buono o cattivo – di utilizzare le forze corrispondenti. Perché questi sono poteri realmente esistenti: da un lato, il talento per un certo pensiero, dall’altro un elemento corrispondente al popolo futuro.

Chi vuole utilizzare questo genere di cose, può farlo. Ma non esiste solo la corrente che ho descritto. Oltre a questa corrente ve ne sono altre, della stessa importanza di quelle citate, e occorre indicare gradualmente anche quelle. Ci sono mezzi nel mondo, vorrei dire, per operare delle grandi suggestioni.

Se si vogliono realizzare delle suggestioni su larga scala, bisogna portare nel mondo qualcosa che faccia impressione. Oltre a poter suggestionare un singolo individuo, come ve l’ho descritto, usando i metodi appropriati è possibile suggestionare interi gruppi di persone, specialmente quando si sa che questi gruppi di persone sono particolarmente uniti. Si può dirigere la forza che è in un singolo essere umano in una certa direzione. Questi può allora essere convinto del suo profondo amore per la pace, ma quello che fa, lo fa perché viene spinto in una certa direzione: lui è molto diverso da quello che fa. Tuttavia, se si hanno le conoscenze necessarie, questo si può fare con le menti di interi gruppi, si deve solo scegliere il metodo appropriato. Si deve utilizzare, per una suggestione su larga scala, una forza vivente che non abbia una precisa direzione, come quella che vive in certe etnie slave.

Lo zar di Russia Pietro il Grande

Lo zar di Russia Pietro il Grande

Vi è oggi una simile suggestione in grande, che ha funzionato egregiamente, funziona e continuerà a funzionare: si tratta del cosiddetto “Testamento di Pietro il Grande”. Conoscete la storia di Pietro il Grande, sapete anche come Pietro il Grande abbia cercato di introdurre la vita occidentale in Russia. Non ho bisogno di descrivervelo, potete leggerlo in qualunque enciclopedia. Non voglio raccontare la storia esteriore, e neppure suscitare simpatia per una cosa o per l’altra, ma solo evidenziare alcuni fatti, prima di tutto in modo elementare. Ora, molte cose sono esatte a proposito di Pietro il Grande, è vero, ma non il fatto che abbia scritto quel testamento. Quel testamento di Pietro il Grande non viene da lui, ma è comparso un giorno, come appare questo tipo di cose, per ragioni oscure. È stato proiettato un giorno nell’evoluzione dell’umanità, e anche se non ha nulla a che fare con Pietro il Grande ma con altre oscure trame sotterranee, ha un effetto convincente, perché rivendica per la Russia – non dico: per il popolo slavo ma per la Russia – il suo futuro nel mondo, per il modo in cui la Russia dovrà espandersi sui Balcani e su Costantinopoli, sui Dardanelli e cosí via. Tutto questo è nel testamento di Pietro il Grande. Si rimane cosí toccati da quel testamento, che ci si dice: la cosa non è davvero mal concepita, ed è stata portata nel mondo con grande genialità! A volte penso ancora all’impressione che fece quel testamento di Pietro il Grande quando, in un corso in cui insegnavo, un seminario che ho tenuto per alcuni studenti, ho mostrato lo scopo dei vari paragrafi del testamento e la loro influenza sullo sviluppo culturale dell’Europa.

Se quindi si vuole agire attraverso una cosa del genere, occorre sempre non solo suscitare una corrente, ma far scontrare la stessa corrente con una contraria, cosí che le due correnti si influenzino l’una con l’altra in qualche modo. Perché non si ottiene molto se con una corrente si va solo in una direzione; a volte bisogna poter gettare una luce a fianco di questa corrente, in modo da creare confusione, cosí che alcune tracce si confondano, e che molte cose si perdano in una selva impenetrabile. Questo è molto importante. Accade anche che certe correnti occulte, che si prefiggono un tale o tal altro compito, a volte si propongano scopi completamente opposti. Quegli scopi opposti funzionano cosí che, in qualche modo, tutte le tracce si confondano. Potrei indicare un luogo in Europa sul quale una volta ebbero una grande influenza, in un certo particolare periodo di tempo, le cosiddette società segrete, ovvero la massoneria, cioè alcune persone agivano sotto l’influenza suggestiva di alcune società massoniche, che perseguivano uno scopo occulto. A quel punto era dunque necessario rendere le tracce poco chiare. Pertanto nello stesso luogo fu introdotta una certa influenza gesuitica, cosí che l’influenza massonica e quella gesuitica s’incontrarono, poiché vi sono certamente degli alti livelli, che sono sia massonici che gesuitici, degli imperi che possono utilizzare tanto lo strumento del gesuitismo quanto quello della massoneria, per raggiungere, con l’interazione di entrambi, ciò che vogliono ottenere. Non bisogna credere che non ci possano essere individui al mondo che siano contemporaneamente gesuiti e massoni. Queste persone hanno oltrepassato il limite in cui si agisce in un solo senso. Sanno come gestire le cose da diverse angolazioni, se vogliono spingerle in una certa direzione. Dico questo per indicare determinate connessioni, anche se in modo elementare.

Bene, Pietro il Grande ‒ torniamo a lui ‒ introdusse l’elemento occidentale in Russia. Per molte anime autenticamente slave, tutto ciò che ha portato Pietro il Grande come elemento occidentale in Russia è profondamente odiato, ne hanno una grande antipatia. È probabile che ciò sia diventato particolarmente forte durante questo periodo di guerra, ma è sempre stato presente. D’altra parte, c’è il testamento di Pietro il Grande, che, sebbene non sia suo, è comunque comparso, e allo stesso tempo è idoneo a suggestionare non un solo uomo, ma tutti i contesti slavi: una grande suggestione praticata su intere masse di persone nelle quali vive contemporaneamente l’antipatia per l’Occidente, simboleggiata dal nome di Pietro il Grande. Abbiamo due cose allo stesso tempo storicamente geniali: simpatia per il Testamento di Pietro il Grande e antipatia per tutto l’Occidente, e questo in modo molto confuso, cosí confuso che una tale confusione può essere eccezionalmente efficace. Abbiamo indicato un altro aspetto di questa corrente orientale. Mostrerò piú avanti come, dopo anni di preparazione, una simile corrente possa essere utilizzata da un certo momento in poi. Si ha quindi una corrente principale da cui fluiscono, per cosí dire, due correnti secondarie. Si tratta, l’ho già detto all’inizio, di lunghi periodi. Quando si è introdotta una tale corrente, questa diviene qualcosa che può in seguito venir utilizzata.

Ma vogliamo esaminare qualcosa di diverso. Vorrei mostrarvi un’altra tendenza, che ora va di pari passo con quella in Occidente, e che in un certo senso ha prodotto il pensiero politico piú maturo per il quinto periodo postatlantico. Quest’altra corrente si è tenuta piú nell’occulto, e solo occasionalmente, riversandosi segretamente in tutti i tipi di attività pubbliche, ha mostrato il suo fondamento occulto. Ancora una volta devo sottolineare che alcune confraternite segrete dell’Occidente sono caratterizzate soprattutto dal fatto che esse conoscono esattamente quelle condizioni che prima ho descritto, e istruiscono i loro discepoli sullo sviluppo dal quinto al sesto periodo postatlantico e su quali forze vi siano in gioco: come agisca l’elemento della conoscenza, e anche l’altro, quello del popolo, e mostrano allo stesso tempo ai loro discepoli come servirsi di questo tipo di cose in un senso o nell’altro.

Ora, in tali direzioni occultistiche, che, come ho detto, vivono nelle confraternite, una dottrina fondamentale è che ciò che il popolo romano era per il quarto periodo postatlantico, le persone di lingua inglese sono per il quinto periodo postatlantico. Questa è una lezione di base in quelle confraternite occulte, e indica che in tutte le circostanze bisogna fare i conti con ciò che segue: l’elemento latino è quello al quale bisogna prima di tutto volgere lo sguardo. Esso si esprime nelle diverse culture e popolazioni romanze – non si tratta del mio insegnamento, ma ripeto soltanto l’insegnamento che è sempre stato dato – ed è destinato sempre piú ad affondare nel materialismo della scienza, nel materialismo della vita, nel materialismo della religione. Non ci si deve particolarmente preoccupare di questo, perché si dissolverà attraverso la decadenza in cui scivolerà. Occorre, peraltro, concentrarsi sul fatto che quella che è chiamata la razza latina è soggetta a una completa dissoluzione, viene considerata un elemento decadente, e c’è chi si è posto il compito di organizzare e fare di tutto, accortamente, affinché l’elemento latino scompaia.

Questo punto di vista si spinge fino a dire: bisogna inserire alcune forze, in tutti gli impulsi politici ma anche in tutti gli impulsi occulti e religiosi, affinché si trascini l’elemento latino lungo un piano inclinato verso il basso. Certo, si può mostrare esternamente tutt’altro, ma si vuole utilizzare quanto è necessario per svuotare il mondo di questo elemento latino. Perché, diciamo, proprio a questo quinto periodo postatlantico è assegnato il compito di spingere verso la fine tutto ciò che è ancora intriso di cultura latina, cosa che era già iniziata al termine del quarto periodo postatlantico. direzioniPerché alla fine del quinto periodo, tutto l’Occidente sarà penetrato dalla cultura che deriva dalle popolazioni di lingua inglese. Si produce in effetti una rotazione di novanta gradi: mentre l’elemento romano ricevette un impulso dal Nord, l’impulso che ha luogo oggi va dall’Est verso l’Ovest.

Ho indicato dunque quali erano gli insegnamenti, tuttora presenti, in quelle confraternite occulte, e che possono essere dedotti e di conseguenza illustrati. Inoltre, è stato da sempre insegnato che, cosí come l’elemento anglo-germa­nico – come viene chiamato – si oppone alla romanità, cosí l’elemento slavo si opporrà in futuro a quello inglese. Perché una cosa è ciò che si fa, e un’altra è ciò che si dice di fare: spesso si dichiara di fare il contrario di quanto si stia facendo realmente.

Considerate quanto ho delineato ora, come una specie di atmosfera spirituale; perché si tratta, vi assicuro, proprio di un’atmosfera spirituale. Si può leggere qualcosa di abbastanza innocuo qui o là, ma tra le righe – e questo termine “tra le righe” può essere molto reale – si legge qualcosa di completamente diverso, si sperimenta qualcosa di completamente diverso, si vede qualcosa di completamente diverso. Le persone vengono trasportate in una certa atmosfera, e i loro pensieri vi si adeguano di conseguenza. A volte i pensieri delle persone piú intelligenti assumono forme del tutto speciali. Quindi, se si vuole giudicare in che modo pensa la gente, non è sufficiente sviluppare l’“entusiasmo della disattenzione” di cui ho spesso parlato, ma bisogna essere attenti al genere di atmosfera in cui vivono gli esseri umani. Perché questo è qualcosa di concreto, non è quell’elemento nebuloso, astratto, di cui molti parlano riferendosi all’influenza dell’ambiente, come ad esempio Rudolf Christoph Eucken. Lui parla dell’influenza dell’ambiente e non si accorge che in tutte le sue descrizioni in realtà dice da un lato che l’ambiente fa l’uomo, e dall’altro lato che l’ambiente è fatto dagli uomini, che è come dire, voglio alzarmi in alto afferrandomi per i capelli. Da questo punto di vista, si deve guardare l’inserimento degli uomini in ciò che viene chiamato ambiente. Ma questo ambiente proviene molto concretamente da certe correnti. Non è l’elemento indefinito che molti intendono.

Prendiamo nuovamente un caso concreto. Dovete perdonarmi, l’ho già detto lunedí scorso: non posso rendervi le cose molto facili, dovete entrare in casi particolari, di cui vedrete la connessione domani. Vorrei leggervi alcuni passaggi di una lettera, scritta a metà aprile 1914 da un professore di storia di San Pietroburgo, chiamato Mitrofanoff, a un tedesco che era stato il suo professore in una Università tedesca, e con il quale era rimasto amico. Dovete dunque rappresentarvi quel tale Mitrofanoff come inserito in diverse correnti.

Il Cancelliere Otto von Bismarck

Il Cancelliere
Otto von Bismarck

Nell’aprile 1914 Mitrofanoff scrisse una lettera in cui compaiono i seguenti passaggi:

«…Il rancore contro i tedeschi è nella mente e sulla bocca di tutti, e credo che raramente l’opinione pubblica sia altrettanto unanime».

Un punto particolarmente interessante è il seguente, vi prego di fare molta attenzione a questo passaggio, non tanto a causa del nome che vi appare – si può avere simpatia o antipatia per quella personalità – voglio solo attirare l’attenzione sull’elemento formale che vi è in esso.

«È stato forse il piú grande errore politico di Bismarck, che non abbia voluto essere piú russo di quanto lo furono i diplomatici russi; i quali, per viltà e mancanza di intelligenza trascurarono gli interessi della loro patria al Congresso di Berlino». Pensate quale fantastica osservazione! L’uomo accusa Bismarck di non essere stato piú russo degli statisti russi presenti al Congresso di Berlino! Questa è quindi una ragione per odiare i compatrioti di quel Bismarck!

Ognuno può pensare alla questione come vuole, ma quella frase è qualcosa di straordinariamente originale. Proprio perché il buon professore di San Pietroburgo si dedica a tali pensieri, può anche scrivere quanto segue:

 «Come reazione…» – a ciò che era sorto in Europa centrale come Triplice Alleanza – «fu conclusa la Duplice Alleanza, e la Russia fu quindi unita con un trattato alla Francia, avida di vendetta, invece di far parte della Triplice Alleanza».

E ancora:

«Per la Russia, la questione dei Balcani non è una guerra di lusso, non è un sogno avventuroso degli slavofili: la risoluzione è indubbiamente una necessità economica e politica. L’intero bilancio russo è basato sulle esportazioni verso l’estero; se il bilancio commerciale diventa passivo, il Tesoro russo sarà in bancarotta, non essendo in grado di pagare gli interessi sul suo enorme debito estero. E i due terzi di quelle esportazioni passano per i porti del Sud e i due stretti della Turchia. Una volta chiuso quello sbocco, il commercio russo vacilla e le conseguenze economiche di un tale blocco sarebbero incalcolabili: l’ultima guerra italo-turca l’ha mostrato a sufficienza. Solo il possesso del Bosforo e dei Dardanelli può mettere fine a una tale insopportabile situazione, perché l’esistenza di una potenza mondiale come la Russia non può dipendere dal caso e dall’arbitrio dell’estero. D’altra parte, la Russia non può essere indifferente al destino degli slavi meridionali della penisola balcanica. I piccoli Stati dei Balcani sono, in primo luogo, un supporto per gli Stretti della Turchia, e in secondo luogo è stato versato nel corso dei secoli troppo sangue russo e investito troppo oro russo per gli eroi dei Balcani, per lasciar perdere tutto ora: sarebbe un suicidio morale e politico per qualsiasi governo russo».

Confrontate questo con certe cose che ho detto riguardo al Comitato di beneficenza slavo. Troppo oro russo è stato investito!

E continua Mitrofanoff:

«Naturalmente non si deve sovrastimare l’importanza dell’idea panslava, essa però esiste e senza dubbio vive, e le manifestazioni degli slavofili nel 1913 per le strade di tante città russe, alle quali hanno partecipato persino elementi dell’opposizione, ne danno una pregnante espressione».

Tutto questo è poi riassunto nella lettera dell’aprile 1914:

«Ancora una volta, la spinta verso il Sud è una necessità storica, politica ed economica, e lo Stato estero che si oppone a tale spinta è ipso facto uno Stato nemico. Nel frattempo, la Triplice Alleanza prosegue di conseguenza sul sentiero di guerra. Anche in Austria la spinta verso il Sud è considerata una necessità storica, e gli austriaci hanno ragione, dal loro punto di vista, come i russi lo hanno dal loro. La potente monarchia asburgica ebbe, nella prima metà del XIX secolo, tre direzioni verso le quali si poteva estendere: verso l’Italia, verso la Germania e verso la penisola balcanica. Dopo l’anno 1866, rimase possibile solo l’ultima via. Bismarck di nuovo, questa volta forse senza volerlo, portò l’Austria e la Russia l’una contro l’altra in un combattimento decisivo, e siglando la Triplice Alleanza mise a disposizione dell’Austria le forze dell’impero tedesco. Naturalmente, l’Austria lo sfruttò: ovunque e in ogni occasione, trattandosi dei Balcani, i russi trovarono l’Austria sulla loro strada. L’annessione della Bosnia e dell’Erzegovina, che fece una profonda impressione in Russia, non fu in realtà che una pagina del grande libro dell’ostilità russo-austriaca. Cosí grande fu l’indignazione, cosí nettamente si avvicinò il pericolo, che anche il governo russo, pur estremamente amante della pace, e nonostante le finanze ancora rovinate in quell’epoca, fu pronto per la guerra».

Questo nel 1908.

«Ma dal fiume Sprea si alzò minaccioso il pugno corazzato, e la Russia, non sicura dei suoi alleati, ha dovuto cedere. Nel 1913, la realizzazione dell’idea russo-slava sembrò avvicinarsi: i turchi subirono una sconfitta, gli slavi del Sud, vittoriosi, invasero Salonicco e Costantinopoli; ancora un piccolo sforzo, e la cosa era fatta».

Questa lettera è molto interessante, perché attira l’attenzione su molti punti sorprendenti. Cosí, ad esempio, il professore s’infuria su questo:

«Le officine di Essen mandarono i loro cannoni all’artiglieria turca, e sebbene non dello stesso livello dei cannoni delle fonderie Creuzot, comunque molto ben fatti; e inoltre, cosa essenziale, gli istruttori tedeschi hanno addestrato l’esercito di terra degli ottomani».

E piú avanti:

«A questo punto è diventato chiaro ai russi…» ‒ nell’aprile 1914 ‒ «che se tutto rimane com’è ora, la strada che porta a Costantinopoli passa da Berlino. Vienna è in realtà una questione secondaria».

Aprile 1914! Vengono qui a manifestazione diverse cose, che mostrano chiaramente come viva in quella testa, in una specie di sogno, quanto dovrà prodursi poco tempo dopo. Se la testa in questione abbia immaginato che il tempo sarebbe stato cosí vicino, è un’altra questione, ma proprio quella testa – naturalmente anche con il tronco e gli arti – ha poi fatto visita al suo professore a Berlino. Qui, hanno parlato di ogni genere di argomenti, e voglio menzionare alcune cose di ciò che hanno discusso. Il professore di storia russo ha detto:

«Se non ci lasciate Costantinopoli, la guerra è inevitabile».

E continuava a ripetere:

«Certo, i tedeschi rimangono gli istruttori del popolo russo, incaricati di questo da Dio, ed è solo necessario mantenere la pace – perché i tedeschi vogliono mantenere la pace – per conquistare e sottomettere spiritualmente, con la loro superiorità interiore, quel vasto impero. Ma non crediate di poterci sconfiggere. Io possiedo, nella mia tenuta di Saratov, una casa che i miei antenati hanno abitato per centinaia di anni; ma la incendierei con le mie stesse mani piuttosto che lasciare che i soldati tedeschi vi prendano quartiere».

E ancora:

«Perché la guerra? Potremmo facilmente andare d’accordo, condividendo l’Austria con voi» – con la Germania – «annettendo l’Austria tedesca all’impero tedesco, mentre l’altra parte dell’Austria potrebbe andare alla Russia!».

E questo, detto nel giugno 1914!

Sarebbe possibile illustrare vari modi in cui nascono le forme-pensiero nell’ambiente appropriato. Ultimamente sono successe molte cose che potrebbero provocare stupore. Ma ciò che accade proviene a volte da luoghi in cui prevalgono forme alquanto autocratiche, luoghi isolati, piuttosto che da correnti popolari. Non bisogna mai generalizzare, perché in un luogo è cosí, altrove è diverso. Ci si potrebbe, ad esempio, chiedere: qual è stato il comportamento particolare e sconcertante di uno Stato come la Romania? Non voglio parlare qui di ciò che ha provocato l’impulso finale, ma voglio parlare della corrente iniziale. Non però nello stesso modo in cui lo si trova spesso là dove si presentano i fatti “storicamente”, perché la storia scritta, cosí come si è formata poco a poco dal XIX al XX secolo, non ha alcun valore!

Il ministro Take Jonescu

Il ministro Take Jonescu

Una vera storia deve procedere in modo sintomatico, deve mostrare le singole situazioni come illuminate da flash. Vorrei ora illustrare uno di questi flash.

Coloro che conoscono la situazione sanno che in Romania molte cose erano enigmatiche da qualche tempo; ciò era collegato al fatto che in tutto l’Oriente la gente si aspettava un certo esito a quanto presupposto, e che, come una concezione sorta da una suggestione, dominava un immenso numero di persone. Non voglio indicarvi la cosa partendo da impressioni generali, ma comunicando invece le dichiarazioni fatte – non dico nulla di impreciso – dal ministro degli Interni del 1913, Take Jonescu, a un certo signor Redlich. Diceva, riporto quasi letteralmente, che a suo parere la monarchia austro-ungarica non sarebbe piú esistita a seguito della morte di Francesco Giuseppe, e che questi non avrebbe tardato a morire. A quel punto si sarebbe trattato di dividere quella monarchia in diverse parti. Si trattava di un’opinione ben radicata, e seguendo tale opinione, tutti i suoi pensieri andavano in una certa direzione. Era anche questa una suggestione molto diffusa.

Il principe Kotschubey

Il principe Kotschubey

In un articolo scritto da un russo, veniva sollevata la questione di ciò che la Russia poteva aspettarsi dalla Francia, e vi si sosteneva che la Russia non poteva davvero sperare molto dalla Francia per i propri progetti, e inoltre che la Russia non poteva che diventare vittima della Francia se le cose non fossero cambiate. Questo articolo, scritto dal principe Kotschubey e pubblicato sul periodico parigino “Le Correspondant” nel 26 giugno 1914, non è uno scritto qualsiasi ma lo scritto di un uomo ben noto, che ha investigato a fondo in ciò che ferveva in quell’am­biente. L’autore si poneva anche la questione se non sarebbe stato meglio per la Russia non fare affidamento sull’alleanza francese, e ricongiungersi invece alla Germania. Questa possibilità fu discussa dal principe Kotschubey:

«Ma è irrealizzabile, a causa dell’alleanza franco-russa, che fa della Russia il costante avversario della Germania, il suo potente vicino in Occidente».

In quella mente, dunque, la questione si è tradotta nel fatto che la Russia è diventata l’oppositrice della Germania per la pressione dell’alleanza francese.

«Ciò ha dato alla Russia questa alternativa: rinunciare alla sua alleanza con la Francia in favore di un approccio alla Germania, o abbandonare il suo piano di espansione orientale».

Quindi espansione verso l’Asia. E continua dicendo:

«Ma quali che siano le sorprese che ci riserva questo futuro, una cosa è già certa, che la Tripla Intesa potrebbe essere una vera connessione politica, soltanto se la Francia imponesse il servizio militare triennale, e l’Inghilterra introducesse la leva militare obbligatoria».

Giugno 1914! È quindi cosí che questo principe considerava la Triplice Alleanza, che si era formata gradualmente. Perché con la sola alleanza francese, diceva, non funzionerebbe piú. I francesi dovrebbero prima di tutto essere abbastanza forti, ma questo non è ancora sufficiente: l’Inghilterra dovrebbe introdurre la leva obbligatoria! Vedete, l’idea è di una tale portata, che non c’era piú tempo per la sua realizzazione prima dello scoppio della guerra; ma la leva obbligatoria in Inghilterra fu introdotta.

Se si vogliono comprendere i reali avvenimenti del mondo, non si deve scegliere l’una o l’altra opzione, ma sviluppare la volontà di considerare ciò che è importante. Una sola persona può dire qualcosa di molto piú importante di un centinaio di altre, che parlano del colore come i ciechi, che si contentano di descriverlo con parole che non hanno alcun effetto.

Ho dunque cercato da un lato di esporre come si formano degli ambienti concreti, dall’altro di dare almeno alcuni esempi per mostrare come le persone siano collocate in quegli ambienti e come si debbano conoscere quegli ambienti, se si vogliono comprendere i pensieri che vi vengono espressi. È necessario, almeno una volta, comprendere a fondo come trattare la questione della vita cosí come appare oggi: non sviluppare l’entusiasmo per la disattenzione, ma al contrario l’entusiasmo per l’attenzione.

Continueremo domani a parlare di queste cose, e partendo da qui cercheremo di penetrare sempre di piú al centro delle cose. Dobbiamo conoscere alcuni dettagli. Sarebbe piú comodo librarsi in alto, ma coloro che non conoscono almeno qualche caso isolato tratto dalla realtà, non possono porre al Mondo spirituale le giuste domande.

 

Rudolf Steiner


Tratto dal ciclo di conferenze Considerazioni sull’attuale periodo storico – Il karma della non veracità. Conferenza del 9 dicembre 1916 – O.O. N° 173.